Banda larga nel mondo, l'Italia arranca

Akamai ha pubblicato un rapporto sulla diffusione di Internet nel mondo. L'Italia non ne esce bene, ma nemmeno del tutto male.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Akamai ha reso disponibile il rapporto sullo stato di Internet per il terzo trimestre 2008. L'azienda ha un ruolo critico in internet, perché si occupa di infrastrutture e servizi in tutto il mondo. Come si legge sul loro sito, "Se usate Internet, probabilmente avete usato i nostri servizi, senza nemmeno saperlo".

La diffusione dei servizi di questa azienda le permette di "prendere il polso" della rete con una certa precisione, cosa che fa con una certa regolarità.

Le connessioni a banda larga su base mondiale fanno segnare una velocità media di 1,5 Mbps, che è il risultato di valori molto diversi, raccolti in altrettanti paesi. La Corea del Sud, il Giappone, la Romania, Honk Kong, la Svezia  e il Belgio sono gli unici paesi che vanno oltre il 30% della popolazione raggiunta da linee più veloci di 5 Mbps.  In Italia siamo al 7,1% della popolazione.

Ad andar veloci bisogna stare attenti a non surriscaldare il sistema.

Se si abbassa il limite a 2 Mbps, a occupare il primo posto è la Tunisia, che riesce a portare la banda larga ad un incredibile 97% della popolazione. Moltissimi paesi, in ogni caso, sono riusciti a portare una banda larga accettabile a gran parte della popolazione., compresa l'Italia, che fa segnare un discreto 73%.

Purtroppo il rapporto permette di affermare che nel nostro paese siamo ancora indietro quanto a diffusione delle linee ad alta velocità, anche rispetto ai nostri vicini dell'Europa del Nord. Peccato, perché l'evoluzione della rete, e dei servizi che può ospitare, è direttamente proporzionale alla velocità disponibile per ogni utente.

In altre parole, l'infrastruttura italiana mostra i suoi limiti ogni giorno che passa. Non siamo ancora il fanalino di coda dell'Europa, certo, ma senza gli investimenti adatti non ci vorrà molto. Speriamo, quindi, di sentire più spesso proposte come quella di cui abbiamo parlato ieri, ma soprattutto di vederle messe in pratica.