Basta commenti anonimi per fermare i troll nelle notizie

L'Huffington Post cercherà di mettere fine ai commenti anonimi, nella speranza di fermare i troll.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

L'Huffington Post non accetterà più commenti anonimi, nel tentativo di arginare la deleteria attività dei "troll" - cioè chi commenta gli articoli pubblicati con volgarità e insulti. Una questione che tutti i lettori online conoscono fin troppo bene, a cominciare da quelli di Tom's Hardware. Non è chiaro quale sistema metterà in pratica l'HF, né in che modo verificherà l'identità dei commentatori

Secondo Arianna Huffington, fondatrice e direttrice della testata, le persone devono assumersi la responsabilità di ciò che dicono senza nascondersi dietro un nickname. In caso d'indagine da parte delle autorità è relativamente semplice risalire alla vera identità di una persona, come molti sanno, ma è anche vero che raramente le forze dell'ordine si muovono per un insulto.

Arianna Huffington

Tra l'altro online in molti si sentono autorizzati anche a portare vere e proprie minacce, il che non fa che aggravare la questione. Alcune situazioni demarcano un quadro desolante, ma resta da vedere che effetto farà l'iniziativa dell'HF.

Di certo non è la prima volta che qualcuno solleva il tema: in passato Randi Zuckerberg (Facebook) e Vic Gundotra (Google) avevano espresso opinioni simili sull'anonimato online. E di primo acchito verrebbe spontaneo loro dar ragione: l'idea di fondo è che se una persona scrive con il proprio nome e cognome automaticamente ci penserà due volte prima di sputare veleno sugli altri. In passato ci abbiamo pensato anche noi, in effetti.

Attenzione però, perché se eliminare i troll sarebbe fantastico, bisogna anche ricordare che l'anonimato online per molte persone ha un valore inestimabile. "L'estensione logica di questo dibattito sarebbe rendere l'anonimato online impossibile, o persino illegale", commenta Mathew Ingram su Gigaom, la testata che ha riportato la notizia.

L'idea di zittire i troll togliendo l'anonimato ... 

Ingram prima di tutto mette in dubbio l'efficacia del provvedimento, e prende a esempio Facebook. Sul social network quasi tutti commentano con nome e cognome, e magari condividono informazioni sensibili, ma questo non ha impedito che nascessero pagine che inneggiavano alla violenza sessuale. Il giornalista cita poi la Corea del Sud, che aveva provato a rendere obbligatorio l'uso di identità verificate per limitare i commenti violenti, ma senza successo.

"Per me la questione non è se richiedere un'identità verificata possa ridurre il problema dei troll anonimi. È ciò che perderemmo in cambio di questo miglioramento. Come altri difensori dell'anonimato hanno notato, ci sono cose di valore che si possono imparare, da commentatori che non avrebbero mai contribuito (alla discussione) se avessero dovuto usare la propria reale identità. Commenti sugli abusi domestici, l'identità sessuale, le persecuzioni religiose - la lista è lunga", spiega Ingram.

Il dubbio è legittimo: c'è chi si nasconde dietro l'anonimato per insultare e minacciare, e anche chi lo sfrutta per raccontare storie che altrimenti resterebbero segrete - ma che tutti dovrebbero conoscere. Quella proposta da Arianna Huffington non è una soluzione. Ma allora che cosa fare?

... è ai confini della realtà?

Qui a Tom's Hardware cerchiamo, senza riuscirci sempre, di rispondere direttamente ai commenti più duri, nel tentativo di coinvolgere le persone e contenere l'aggressività. Il sistema dei voti è un altro strumento che dovrebbe stimolare una sorta di automoderazione, ma come gli altri non sempre funziona.

Infine, non escludiamo a priori la possibilità di cancellare il commento, ed eventualmente sanzionare l'autore. Perché la Rete è un'epifania per libertà di espressione, il non plus ultra della democrazia, ma ogni sito ha i suoi controllori, che possono essere più o meno benevoli – e che non devono rispettare nessun particolare principio se non le regole autoassegnate.  

Ogni sito web ha un suo approccio, collocato tra i due estremi: eliminazione totale dei commenti o assenza assoluta della moderazione. Nessuno ci dice però se sia proprio l'anonimato a stimolare i troll. Continueremo a domandarcelo, ma magari Arianna Huffington ci stava solo trollando tutti.