Basta discriminare gli e-book: i Ministri protestano con Bruxelles

I Ministri della Cultura di Italia, Francia, Germania e Polonia chiedono alla Commissione Europea di intervenire sulla norma che regola l'IVA sugli e-book.

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a cura di Dario D'Elia

Un libro è un libro, "è il contenuto che definisce il libro, non il modo in cui il lettore ne ha accesso; non importa in quale forma si presenti". Questo è il messaggio duro e cristallino che i Ministri della Cultura di Italia, Francia, Germania e Polonia hanno indirizzato alla Commissione Europea. La lettera recapita a Bruxelles punta a ottenere un cambio delle regole sull'IVA applicata agli e-book.

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"Chiediamo all'Unione Europa di proporre senza indugio un'evoluzione nella legislazione europea per consentire aliquote IVA ridotte per tutti i libri, siano essi a stampa o digitali", si legge nel documento co-firmato dal Ministro Franceschini e i colleghi Pellerin, Grutters e Omilanowska.

Il pensiero comune è che oggi vi sia un'ingiustificata discriminazione fiscale. Per altro proprio mentre si parla di una strategia per il mercato unico digitale bisognerebbe contare su tutte le risorse che possono incrementare l'accesso alla conoscenza, alla cultura e alla promozione della diversità culturale. 

La Francia com'è risaputo è sotto procedura di infrazione poiché ha ridotto da qualche anno l'IVA degli e-book al 7%; l'Italia rischia lo stesso destino a causa della recente approvazione di una norma analoga.