Avatar di Alessandro Crea

a cura di Alessandro Crea

Tutti pensiamo di sapere cosa fanno i colossi del Web coi nostri dati: siamo tracciati e i dati raccolti sono poi ceduti in cambio di denaro a società di terze parti che li utilizzeranno per la profilazione pubblicitaria e altri mille scopi. Tuttavia la BBC, analizzando i termini e le norme sulla privacy di alcune grandi aziende, ha scoperto che servirebbe una laurea per comprendere bene gli scopi dietro molti termini tecnici ed ha deciso quindi di stilare un piccolo elenco a scopo puramente dimostrativo, vediamolo insieme.

La nostra posizione è tracciata, anche se non vogliamo

‎Molte app come sappiamo chiedono il permesso di monitorare la nostra posizione precisa attraverso il GPS, lasciando all'utente la possibilità di rifiutare. Peccato che alcune società ci traccino lo stesso, utilizzando strumenti diversi, ad esempio tramite il nostro indirizzo IP o le impostazioni di sistema, o l'eventuale adesione ad eventi. Facebook e Twitter sono fra questi‎, anche se il secondo afferma che il tracciamento serva "a impostare e mantenere l'account affidabile".

facebook sign 990x510

Le aziende scambiano i nostri dati con le affiliate

Accettare i termini e le condizioni di un servizio spesso non significa condividere i propri dati sono con esso ma anche con diversi altri, ad esso affiliati. Il famoso sito di appuntamenti Tinder ad esempio non si limita a raccogliere i dati degli iscritti ma anche a condividerli col resto dei siti parte del circuito Match Group, come ad esempio OK Cupid e altri. Secondo il gruppo ciò serve a fini di‎ "manutenzione, customer care, marketing e pubblicità mirata" e per rimuovere gli utenti che violano i termini d'uso.‎

Stando alle regole sulla privacy, anche LinkedIn fa altrettanto. Acquistata nel 2016 da Microsoft infatti il social lavorativo riceve i dati degli utenti ‎anche "quando si utilizzano alcuni degli altri servizi forniti da noi o dai nostri affiliati, tra cui Microsoft".

Leggi anche: UK, class action contro Google per violazione della privacy

I nostri dati sono sottoposti ai termini d'uso di terze parti

‎Se i nostri dati sono condivisi con altre società ciò significa che non basta conoscere i termini d'uso dell'azienda principale, ma dovremmo in teoria dare il consenso anche ai termini d'uso di tutte le altre che ricevono i nostri dati, perché essi sono ugualmente sottoposti anche ad essi. Se ad esempio ci iscriviamo a un sito X che nei termini d'uso dice di non profilarci, ciò potrebbe però accadere con una delle terze parti con cui condivide i dati, e sarebbe comunque tutto legale: è quanto chiarisce ad esempio Amazon, che ci invita a leggere anche i termini e le condizioni delle altre società. Un aspetto di cui purtroppo non si è occupato nemmeno il regolamento europeo per la protezione dei dati personali (GPRS) entrato in vigore lo scorso maggio.

Altri esempi? ‎Se si utilizzano prodotti di ‎‎Apple‎, i dati personali saranno condivisi con aziende "che forniscono servizi come ad esempio informazioni di elaborazione, e valutano il vostro interesse nei nostri prodotti e servizi".

privacytwitter

Tinder raccoglie i dati del nostro accelerometro

Altri siti vanno molto al di là della semplice raccolta di dati riguardanti sesso, età, nome e posizione geografica. Tinder ad esempio informa i propri utenti di raccogliere i dati provenienti da accelerometro, giroscopio e bussola. Ma perché? Non è esplicitato ne termini d'uso.

Leggi anche: Tutto sul GDPR

Facebook invece ci traccia anche quando non abbiamo effettuato il login all'app o addirittura quando non possediamo nemmeno l'account. ‎Secondo i termini d'uso sui dati infatti il tuto avviene tramite strumenti chiamati Facebook Business Tools, che consentono a "inserzionisti, sviluppatori di app ed editori" di inviare al popolare social network informazioni sulle nostre attività al di fuori di Facebook, tra cui siti Web visitati, acquisti fatti e annunci visualizzati".

LinkedIn e Twitter analizzano i messaggi

‎Se pesate che i messaggi privati siano davvero tali vi sbagliate. LinkedIn ad esempio utilizza tecnologie di scansione automatica per i messaggi, mentre Twitter conserva e analizza i messaggi. Quest'ultima in particolare afferma di utilizzare i dati riguardanti "quando e con chi abbiamo comunicato (ma non il contenuto di quei messaggi) per meglio comprendere l'utilizzo dei nostri servizi, e proteggere la sicurezza e l'integrità della nostra piattaforma".

twitter app e1394487553891

I minorenni dovrebbero far leggere questo ai genitori

Secondo Apple i genitori o i tutori legali di un minore dovrebbero prendere visione di termini e condizioni, un'operazione che, come scoperto dalla BBC, richiederebbe in media più di 40 minuti di lettura da parte di un adulto. Ma non è tutto: Amazon non invita soltanto a leggere, ma anche a rileggere: "‎Il nostro business cambia costantemente e così la nostra informativa. Si dovrebbe controllare il nostro sito frequentemente per verificare che non ci siano recenti cambiamenti".

Leggi anche: Privacy su Facebook? Ecco come ripulire il proprio profilo

Infine una curiosità: i colleghi della BBC hanno scovato una clausola tra i termini e le condizioni d'uso per i clienti, secondo cui i propri prodotti non dovrebbero essere utilizzati per "qualsiasi uso proibito dalle leggi degli Stati Uniti". Cosa significa? Che non potete utilizzare un iPhone per "sviluppare, progettare, fabbricare o produrre missili o armi nucleari, chimiche o biologiche". Siete avvertiti.


Tom's Consiglia

Le Regole Della Privacy -Guida Pratica Al Nuovo GDPR è una lettura utile per iniziare a orientarsi nel mare magnum della protezione dei dati personali.