Beauty Contest TV congelato: domani i fatti, non parole

Il Ministro per lo Sviluppo economico Corrado Passera ieri ha attivato la procedura di congelamento del Beauty Contest TV: domani il Governo dovrebbe ufficializzare la cosa. Intanto l'ex ministro Romani ammette che nel momento in cui si chiedono tanti sacrifici agli italiani non si possono cedere le concessioni a titolo gratuito.

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a cura di Dario D'Elia

Domani il Governo congelerà ufficialmente il beauty contest delle frequenze TV. A distanza di un mese dalla prime riflessioni del Ministro per lo Sviluppo economico Corrado Passera, ecco giunto il momento della verità. Ovviamente per trasformare il concorso di bellezza in asta al rialzo ci vorrà ancora del tempo, anche perché la situazione economica e di settore è mutata. In ogni caso le ultime stime indicano che si potrebbe ottenere per le casse dello Stato una cifra compresa tra il miliardo e 1,5 miliardi di euro.

"Nel momento in cui chiede sacrifici ai cittadini, il Governo ha il dovere di dimostrare di saper valorizzare al massimo le risorse dello Stato, specie dove tali risorse sono limitate e tali da costituire un potenziale strumento di crescita per il Paese", ha dichiarato Passera. "C'è l'esigenza di una riconsiderazione seria e approfondita nell'interesse pubblico generale sull'utilizzo delle frequenze messe in gara anche al fine di valutare eventuali benefici economici per lo Stato derivanti dalla loro valorizzazione".

Corrado Passera

Ormai dell'esigenza di una frenata si è convinto persino l'ex ministro Paolo Romani. Continua a pensare che il suo beauty contest era frutto di un buon compromesso fra le esigenze di mercato e le richieste della Comunità Europea, ma ha ammesso che di questi tempi tutto sono costretti al sacrificio

"Non vorrei che questo stop alla fine determinasse un blocco di pesanti investimenti finalizzati a creare contenuti di qualità", ha commentato Romani. "Io posso esser pure d'accordo sul principio generale di solidarietà perché nel momento in cui si chiedono tanti sacrifici agli italiani non si possono cedere le concessioni a titolo gratuito... Tuttavia difendo quel meccanismo. Mi è costata una grande fatica definire quella procedura del beauty contest e va ricordato che l'abbiamo fatto d'intesa con l'Agcom e la Commissione europea. L'autorità di controllo ha anche definito i criteri della gara...".

Paolo Romani

Insomma, il giocattolo era stato studiato in ogni minimo dettaglio, eppure al cambio di Governo si è manifestata proprio l'inadeguatezza del meccanismo. Perché gli operatori TLC hanno dovuto pagare e le televisioni no? 

Romani sostiene che "le frequenze per la telefonia possono essere pagate anche a caro prezzo, perché non comportano la creazione dei contenuti". Mentre quelle per la televisione dovrebbero essere assegnato in altro modo poiché "chi le utilizza, poi, deve farsi carico dei contenuti".