Bernabé scrive al Governo per chiedere un aiutino

Telecom Italia è preoccupata per la prossima asta per l'assegnazione delle vecchie frequenze TV. Non si è ancora risolto infatti il problema delle piccole emittenti, che chiedono più soldi. Da rilevare anche il problema della riduzione delle tariffe delle terminazioni mobili e quello dell'elettrosmog.

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a cura di Dario D'Elia

Franco Bernabé, presidente esecutivo di Telecom Italia, ha inviato una lettera al Governo per denunciare tutti i rischi correlati alla prossima asta per le frequenze TV e alla delibera AGCOM sulle tariffe di terminazione mobile.

"Andranno a drenare ingenti risorse al settore delle comunicazioni elettroniche che, anche nel corso degli ultimi anni, ha garantito sviluppo e innovazione al nostro Paese, con un investimento complessivo annuo di circa 7 miliardi di euro", si legge nella lettera intercettata da Milano Finanza, e indirizzata a Silvio Berlusconi, Giulio Tremonti e Paolo Romani.

Solo un aiutino

In pratica i nodi della questione sono chiari a tutti. Le piccole TV private chiedono risarcimenti più alti per lasciare le vecchie frequenze (il punto tra oggi e domani al Forum Aeranti-Corallo, NdR).

"Le frequenze che lo Stato intende mettere all'asta non sono ancora disponibili. Sono occupate dalle TV locali, che non mi sembrano intenzionate a mollarle. Pagare per un bene che non è disponibile non sarebbe un'azione giustificabile davanti agli azionisti", continua Bernabé. E in questo caso effettivamente la posizione del presidente è condivisibile, a mio parere, anche perché si tratta del pacchetto frequenze più ghiotto per il wireless broadband.

Per quanto riguarda invece le tariffe di terminazione mobile c'è poco da lamentarsi: l'AGCOM non può nulla nei confronti delle direttive UE, e ancora meno il Governo italiano.

Interessante invece il riferimento all'inquinamento elettromagnetico, soprattutto in prospettiva LTE. Il presidente Telecom chiede infatti un "intervento governativo mirato ad avvicinare gli attuali limiti di emissione elettromagnetica alla media europea", sulla falsariga di quanto sostiene il Ministro per lo Sviluppo Economico (Romani: Italia troppo rigida sull'elettrosmog).