Bitcoin approvato dalla Germania, arrivano anche le tasse

Il governo tedesco ha approvato Bitcoin come unità di scambio per i privati.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

La Germania ha ufficialmente riconosciuto Bitcoin (Bitcoin: la moneta digitale che ci libera dalla banche) come "unità di scambio" per le transazioni private. Questo non rende la criptomoneta del tutto equivalente all'Euro, naturalmente, ma fa segnare un sostanzioso passo avanti della sua evoluzione e in quella del sistema economico tedesco - e di riflesso anche di quello europeo.

Da ora quindi i cittadini tedeschi potranno usare Bitcoin senza preoccupazioni legali, e dovranno anche pagare le relative tasse, quando applicabili. Le aziende che volessero usarla, invece, dovranno ottenere un permesso dalle autorità finanziarie del Paese.

Fino a oggi, naturalmente, sono stati comunque molti i cittadini tedeschi che hanno creduto in Bitcoin, usandola per i propri scambi o dedicandosi al mining (Bitcoin: dal mining ai complotti, tutto sulla moneta digitale). Lo facevano tuttavia con il dubbio che in qualsiasi momento il governo di Berlino avrebbe potuto prendere iniziative contro la moneta digitale.

Invece è successo il contrario, e la "legalizzazione" di Bitcoin in Germania potrebbe aprire la porta a iniziative simili nel resto dell'Unione Europea. La portata di questa novità infatti non si può sottovalutare: il paese che tutti considerano "il motore d'Europa" ha aperto le porte a una moneta che non si poggia né sulle banche né sugli Stati, ma solo su una rete di computer e sulla fiducia che vi ripongono le persone.

La novità presuppone un cambiamento anche per i siti di scambio (exchange), come il famoso MtGox oppure BitStamp. Per aprirne uno ora è sufficiente ottenere la relativa autorizzazione dall'autorità tedesca BaFin, e dopo si potrà operare in piena legalità su tutto il territorio europeo. Tra l'altro in Germania c'è già una banca, Fidor Bank, che è entrata nel mondo di Bitcoin dall'inizio di luglio.

Quanto alle tasse, per ora si parla solo della speculazione: vale per chi compra Bitcoin e li rivende prima di un anno, giocando sulle oscillazioni del valore come si fa con le altre valute o con i titoli azionari. Per chi invece conserva il proprio investimento più a lungo non cambia nulla.

Sulle transazioni, invece, il governo tedesco sta ancora riflettendo sul da farsi. L'idea è di applicare gli stessi meccanismi - come l'IVA - che valgono per gli scambi in Euro, ma ci sono alcuni nodi da sciogliere. Soprattutto quello dell'anonimato: se Tizio compra una patata da Caio e paga in Bitcoin, l'unica traccia lasciata sono le loro chiavi pubbliche nella rete Bitcoin. Informazioni che non permettono di risalire a persone vere, a cui il fisco potrebbe chiedere denaro.

In altre parole, le tasse arriveranno non appena a Berlino capiranno come fare. La Germania arriva comunque dopo gli Stati Uniti nel sancire che Bitcoin è una moneta vera e propria, ma la decisione statunitense non si basa certo sugli stessi principi. È stato infatti un giudice texano ad affermare che si tratta di vera e propria valuta, nell'ambito di un processo per frode