Bitcoin non è più una moneta virtuale, ma valuta sonante

Bitcoin non può più essere considerata solo una valuta virtuale.

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a cura di Dario D'Elia

La moneta virtuale Bitcoin, negli Stati Uniti, d'ora in poi verrà considerata vera e propria valuta, con tutte le prevedibili conseguenze legali. Un giudice federale del Texas, in un caso di frode inerente proprio lo scambio di Bitcoin, ha stabilito che si tratta di una forma di moneta.

Bitcoin Savings and Trust (BTCST), un fondo speculativo basato su Bitcoin (che molti hanno sempre considerato una truffa), ha chiuso nell'agosto 2012 e attirato lo sguardo della Securities and Exchange Commission (SEC).

Bitcoin

Gli ispettori alla fine hanno deciso di portare in tribunale il fondatore Trendon Shavers poiché presunto responsabile di uno "schema Ponzi". In pratica un sistema truffaldino che promette grandi ricavi a patto di trovare altri investitori. Lo stesso che aveva adottato Bernard Madoff e che l'ha portato a una condanna di 150 anni di carcere.

Ebbene, la SEC ha scoperto che Shavers avrebbe racimolato 700mila bitcoins da BTCST, che ammonterebbero a più di 4,5 milioni di dollari considerato il valore medio della valuta virtuale tra il 2011 e il 2012 - quando sono stati effettivamente piazzati e venduti gli investimenti.

La difesa ha sempre sostenuto che gli investimenti BTCST non possono essere considerati titoli come definiscono le Federal Securities Laws perché i Bitcoin non sono moneta e non vi sono norme federali o nazionali al riguardo. La SEC ha risposto che gli investimenti BTCST sono sia contratti che note di investimento, quindi titoli.

Il giudice quindi si è adeguato a questa interpretazione, pur riconoscendo che l'unico limite dei Bitcoin è che sono diffusi in ambienti ristretti (virtuali). In ogni caso possono essere cambiati in valute tradizionali come dollari, euro e yen.