Bitcoin resta forte anche se Mt.Gox è in crisi

L'amministratore delegato di Mt.Gox ammette almeno in parte i problemi.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Sì, Mt.Gox è proprio in crisi e a confermarlo è stato l'amministratore delegato in persona, Mark Karpeles. Intervistato da Kathryn Glass di Fox il dirigente ha infatti spiegato che il documento di crisi di cui abbiamo parlato ieri non è nato all'interno della società, ma anche che è una bozza che non riflette alcuna decisione.  

Karpeles non si è quindi voluto sbilanciare troppo, il che è comprensibile considerato l'enorme debito a cui deve far fronte la società. Al momento non si sa se potranno dimostrarsi solventi, né in che misura. Gli investitori sono comprensibilmente preoccupati, perché molti tenevano sul conto Mt.Gox un piccolo capitale, magari tutti i propri averi in Bitcoin. E questo nonostante gli esperti sconsigliassero Mt.Gox da almeno un anno.

Il problema non è di Bitcoin in sé, per quanto i problemi di questo exchange abbiano provocato un piccolo terremoto. L'effetto è dovuto piuttosto a un'anomalia che forse finirà proprio con questi eventi: tra gli exchange Mt.Gox è (era?) il più grande e famoso, e solo per questo l'incidente ha influenzato il prezzo generale di BTC.

La criptomoneta tuttavia sta già recuperando, con buona pace di chi sperava magari che scendesse di più per comprare a quattro soldi. Anzi, ancora una volta si è dimostrato che Bitcoin ha una solidità propria, ogni giorno più resistente rispetto ad accadimenti collaterali come questo.

Lo spiega anche il presidente della Bitcoin Foundation Italia, Franco Cimatti, a proposito dei problemi tecnici citati da Mt.Gox: "Gran parte della comunità è convinta che si sia trattato di una scusa per nascondere la loro ormai famosa incompetenza o una situazione ancora più grave. […] nessun altro exchange si è ritrovato colpito da questo problema. Penso comunque che il sistema non abbia subito di fatto alcun danno".

Anzi, per i veri conoscitori di Bitcoin la chiusura definitiva di Mt.Gox "era auspicata da tempo. Avrebbe lasciato spazio a nuovi attori del mercato o a avrebbe dato modo a quelli già presenti di gestire in modo più sicuro e professionale il servizio fornito agli utenti", continua Cimatti. "Una situazione simile si è avuta con la chiusura di Silk Road", che "non a caso si trovava all'apice della notorietà. Il giorno della sua chiusura il prezzo del Bitcoin è sceso, ma solo per poche ore, fino a poi riprendere a salire. Lo stesso vale per MtGox che, come detto, manteneva la sua posizione per notorietà e non per merito e valore".

A questo punto la situazione potrebbe risultare piuttosto complicata per chi è ancora a digiuno sul tema. Chi vuole approfondire dovrebbe senz'altro cominciare con gli approfondimenti che abbiamo pubblicato in passato:

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