Bitcoin, Satoshi Nakamoto potrebbe essere australiano

Due nuove inchieste sembrano ricondurre l'identità di Satoshi Nakamoto all'esperto australiano di sicurezza Craig Steven Wright.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Satoshi Nakamoto, lo pseudonimo dietro a cui si nasconde l'inventore dei Bitcoin, potrebbe essere l'australiano Craig Steven Wright. Il nome spunta fuori da un'inchiesta condotta da Wired e Gizmondo, che hanno prodotto diversi documenti al riguardo.

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Com'era successo oltre un anno fa con l'inchiesta di Newsweek gli indizi sono molti, ma le prove sono tutte da verificare. Vista l'esperienza passata quindi è meglio prendere l'informazione con il beneficio del dubbio. Anche perché Wired stesso mette le mani avanti e scrive che "o Wright ha inventato i Bitcoin o è un brillante impostore".

Quale sia vera delle due al momento è difficile a dirsi: la polizia la notte scorsa gli ha fatto visita – non è chiaro se in relazione al presunto legame con i Bitcoin o a una precedente denuncia per evasione fiscale – ma di lui non c'è traccia. Intanto su LinkedIn c'è un corposo curriculum da cui emergono molte (forse troppe) informazioni che lascerebbero adito a qualcosa di più di qualche sospetto sul suo legame con la cripto moneta.

A questo si aggiunga che fra il 2008 e il 2009 ha pubblicato post su un blog in cui faceva riferimento a dettagli relativi alla gestione della cyber valuta, e qualche mese prima ancora documenti in cui ipotizzava di creare qualcosa di simile a quelli che poi sono diventati i Bitcoin. Le date delle pubblicazioni però non sono una prova: le modifiche con le informazioni relative ai Bitcoin potrebbero essere state aggiunte successivamente, quando la cripto moneta era già famosa.

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Oppure poteva essere stato in qualche modo coinvolto nella prima fase di progettazione, senza essere Satoshi Nakamoto. Gizmondo cita alcuni file con quella che sembra la trascrizione di un incontro tra Wright, il suo avvocato, e l'Australian Taxation Office (ATO) in cui sembrerebbe che Wright abbia cercato di convincere il Governo australiano a considerare i Bitcoin di sua proprietà come valuta, e non come beni soggetti a un'imposizione fiscale più pesante. Nello stesso documento Wright ammetterebbe di aver "gestito Bitcoin", che non è la stessa cosa di "averli creati". Gizmondo ha chiesto alla ATO una conferma di autenticità ma è stata negata per motivi di privacy.

Alcuni testimoni interpellati dai giornalisti riferiscono che l'australiano abbia in passato detto di avere creato i Bitcoin, ma sono attendibili? O Wrigt si sta semplicemente prendendo gioco di tutti volendo far credere di essere il protagonista di una storia che non gli appartiene?

Difficile a dirsi, anche perché in alcune parti del curriculum a cui abbiamo accennato ci sono incongruenze. Da gennaio 2010 a giugno 2015 l'australiano si definisce "Developed and promoted the Masters degree in Digital Forensics at CSU". Sul sito della Charles Sturt University il suo ultimo incarico risulta nel 2012 in qualità di "University IT security expert".

Non è chiaro poi come sia passato da esperto di sicurezza a esperto di Bitcoin, dato che sempre nel curriculum risulta che sia successivamente stato chief executive officer della società DeMorgan Limited specializzata in servizi di "Next generation banking", con legami con le criptomonete. La stessa DeMorgan tuttavia lo definisce un esperto di sicurezza.

La prova più convincente sembrano essere alcune mail provenienti dall'indirizzo Satoshi@vistomail.com - l'indirizzo email che Nakomoto ha usato per comunicare regolarmente con i primi utenti e sviluppatori Bitcoin, firmate Satoshi Nakamoto. Riportano un numero di telefono riconducibile a Craig Wright e anche l'indirizzo riportato nel campo della risposta secondo Google apparterrebbe al misterioso australiano.

Gli argomenti esposti dalle due fonti giornalistiche sono molti: se volete conoscere tutti i dettagli di questa vicenda e padroneggiate l'inglese sono una lettura interessante.