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a cura di Alessandro Crea

Un nuovo esposto sulla questione degli aumenti tariffari introdotti a marzo scorso in seguito al ritorno alla fatturazione mensile è arrivato nelle scorse ore sul tavolo dell'AGCOM (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni). A presentarlo è stata l'associazione dei consumatori CODACONS, che accusa alcuni operatori telefonici, in particolare TIM e Wind Tre, di non aver revocato gli aumenti in questione, nonostante le precedenti indicazioni date dalla stessa AGCOM e dall'Antitrust. Un'iniziativa che fa seguito dunque a quella analoga di maggio scorso a opera di Altroconsumo.

Per questo motivo tra l'altro il CODACONS chiede anche che l'AGCOM riveda il periodo di riferimento del cosiddetto "ristoro del consumatore" ovvero dei rimborsi. Non essendo stati eliminati gli aumenti il periodo stesso sarebbe ancora in corso e non sarebbe limitato a quello precedentemente indicato (luglio 2017-marzo 2018). Pertanto i rimborsi sarebbero da ricalcolare secondo questi nuovi parametri.

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Per quanto riguarda i due operatori messi nel mirino dal CODACONS, l'associazione fa riferimento al fatto che entrambi avevano già avvisato di aumenti consistenti i propri clienti e, a seguito delle decisioni prese in materia dall'AGCOM, invece di fare marcia indietro si sono limitate a inviare nuovi SMS in cui i precedenti aumenti venivano ritoccati al ribasso, ma non eliminati. In particolare TIM aveva comunicato aumenti dell'8,6 %, diminuiti poi dello 0,4 %, mentre Wind Tre sarebbe passata dall'iniziale 8,6 % all'8,3 %.

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L'esposto presentato dal CODACONS inoltre è stato affiancato ieri anche da alcune interrogazioni parlamentari presentate al ministro dello Sviluppo Luigi Di Maio da alcuni deputati della Lega e di Fratelli d'Italia, che hanno chiesto al Governo se intendesse assumere iniziative normative per garantire la piena tutela dei consumatori.

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La risposta del MISE, arrivata ieri durante un question time alla Camera in Commissione Trasporti e TLC, ha ribadito la competenza dell'AGCOM sulla questione, ricordando che l'Autorità ha avviato lo scorso maggio anche i relativi procedimenti sanzionatori, tuttora in fase istruttoria.

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Dal canto suo TIM non ci sta, sostenendo di aver appreso con stupore le affermazioni del CODACONS, definite assolutamente non condivisibili "in quanto prive di alcun fondamento giuridico". TIM si è anche definita "estremamente preoccupata per la deriva che la tematica rischia di assumere", ricordando di aver sempre agito "nel pieno rispetto della normativa di riferimento e nel caso di specie si è limitata ad ottemperare a quanto ordinato dall' autorità Antitrust" ma ribadendo anche la volontà di "proseguire nel dialogo con le associazioni dei consumatori, sempre improntato su principi di reciproca correttezza e lealtà".