Boom in Italia della pirateria e-book: online si trova tutto

In Italia su 19mila e-book disponibili ben 15mila sono già in versione pirata su Internet. Secondo il presidente dell'Associazione Italiana Editori lo sviluppo del mercato digitale è a rischio. In ogni caso il contrasto non deve basarsi sulla censura online.

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a cura di Dario D'Elia

La pirateria e-book è dilagante: più del 70% dei titoli digitali si può scaricare gratuitamente dai circuiti P2P o dalle piattaforme di file hosting (tipo MegaUpload). Il dato è sconcertante, ma sembra fotografare perfettamente la situazione. "La pirateria sta mettendo a rischio il mercato nascente degli ebook in Italia, non possiamo non combatterla", sostiene il presidente dell'Associazione Italiana Editori (AIE) Marco Polillo. 

Secondo le stime su 25 best seller in classifica la scorsa settimana, il 75% circa è già disponibile in Rete in versione pirata. "Oggi, a fronte di 19mila ebook disponibili a fine 2011 (erano 1.619 a fine 2009), circolano, secondo stime prudenziali,15mila titoli in versione pirata (le cifre sono in allegato)", sottolinea il comunicato ufficiale AIE.

E-book pirata

L'ultima classifica di IBS.it incrociata con le analisi dell'ufficio anti-pirateria degli editori conferma che dei 25 titoli più venduti della scorsa settimana, 17 sono già disponibili in modo legale in versione ebook (quasi il 70%), 19 hanno già versioni pirata (76%). Il cosiddetto tasso di pirateria "non cambia tra i libri per cui esiste una versione legale (si trova quella pirata nel 76,5% dei casi) e quelli per cui non esiste (75%)".

"In nessun caso la tutela del diritto d'autore deve dar vita alla possibilità di censure preventive di quanto viene pubblicato in rete. Pensare d'altro canto che gli editori siano a favore della censura è semplicemente un controsenso" ha spiegato Polillo. "Riteniamo che sia invece possibile individuare tecniche equilibrate che, al contrario, intervengano ex post su quanto viene pubblicato e che conducano alla rimozione immediata di ciò che viola i diritti d'autore".

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La proposta è di richiedere il principio di responsabilità: totale per chi è al corrente degli illeciti online e ovviamente escluso "per chi è un mero veicolo di un atto illecito commesso da altri, quando questo avviene realmente a sua insaputa". 

Polillo per altro ha concluso il suo intervento rimarcando il favore nei confronti della sostanza dell'emendamento Fava. "Sostanza" non forma, poiché in quel caso AIE avrebbe preferito una soluzione più equilibrata come quella indicata nel testo della Direttiva europea - ovvero basata sulla notifica e la rimozione dei contenuti pirata.

Decisamente apprezzabile la posizione di Polillo, sebbene giustamente a favore della difesa della legalità ribadisce la contrarietà verso la censura online. Di fatto l'Associazione Italiana Editori si smarca dall'approccio miope dimostrato dall'industria musicale e cinematografica. 

La strategia europea basata sul confronto tra editori e service provider è certamente espressione di equilibrio, ma ribadiamo ancora una volta che bisognerebbe ritornare ad analizzare il senso e il valore del diritto di copyright, e quindi del sistema delle licenze.