Bose accusata di usare le sue cuffie per spiare gli utenti

L'app Bose Connect finirà sul banco degli imputati: davvero consente a Bose di raccogliere dati sensibili senza il consenso degli utenti?

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a cura di Elena Re Garbagnati

Bose è sotto accusa: secondo l'agenzia di stampa Reuters l'azienda sarebbe stata denunciata presso il tribunale federale di Chicago per sospetta attività di frode e violazione della privacy ai danni degli utenti delle sue cuffie wireless. Secondo l'accusa l'app proprietaria Bose Connect consentirebbe all'azienda di effettuare il tracciamento della musica, dei podcast e degli altri contenuti audio di cui fruiscono gli utenti, e di rivendere quindi le informazioni raccolte a scopo di lucro.

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Foto: © grinvalds / Depositphotos

L'accusa sarà da dimostrare in sede legale, e fino a quel momento non si può dare per scontato che quanto riportato nella denuncia corrisponda a verità. Tuttavia è sufficiente per mettere una pulce nell'orecchio dei numerosi utenti Bose, che per accoppiare le cuffie con il dispositivo di riproduzione, gestire gli aggiornamenti software e altro usano proprio l'app Bose Connect, caldeggiata dalla casa madre "per ottenere il massimo dalle vostre cuffie".

Il fatto che in fase di installazione vengano richieste all'utente informazioni di base come per esempio l'indirizzo mail, il nome e il numero di serie della cuffia non costituisce di per sé una prova di attività illecita.

Ma il querelante, Kyle Zak, e il suo avvocato Christopher Dore sembrano convinti che Bose stia effettivamente inviando "tutte le informazioni multimediali disponibili" a servizi come Segment.io, e che stia violando la privacy degli utenti perché raccoglierebbe dati sensibili dei consumatori, soprattutto titoli dei brani e file audio ascoltati, senza averne chiesto il consenso. "La musica, i programmi radio e i podcast degli utenti rivelano dati sensibili sui loro orientamenti politici, religiosi e strettamente personali [...] per questo motivo chiediamo che l'azienda risarcisca i danni".

In ballo non ci sono solo milioni di dollari di danni, ma l'obiettivo più ampio di bloccare la raccolta di dati sulla base delle leggi federali sancite nel Wiretap Act.