Business Angel a caccia dello Zuckerberg italiano

Marco Bicocchi Pichi è considerato uno dei migliori Business Angel in Italia. Intervistato da Tom's Hardware racconta la sua esperienza.

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a cura di Dario D'Elia

"Gli startupper sbagliano quando cercano un mecenate. Dovrebbero cercare un socio" spiega Marco Bicocchi Pichi, Business Angel 2014 secondo l'Italian Business Angel Network (IBAN). "A volte sono alla ricerca di soldi per i soldi. Vedono la persona come un mezzo. Se trovi qualcuno solo per un sostegno economico vuol dire che sei disposto ad accettare qualsiasi cosa".

Il business angel

Il Business Angel

Ma allora qual è il ruolo del Business Angel? L'uomo che tutte le startup cercano per spiccare il volo, trasformare un'idea in qualcosa di concreto. Secondo il manager, formatosi nell'Information Technlogy e oggi buon esempio di consulente strategico a 360°, bisogna prendere per mano l'uomo e aiutarlo nel suo percorso di ricerca e conoscenza.

"Io credo che esistano due tipi di Business Angel. L'investitore finanziario che diversifica il suo portfolio acquisendo anche quote di giovani aziende innovative con l'attesa di un ritorno elevato pur con i rischi che ne conseguono. E quello portatore di un valore aggiunto, che di fatto è la mia filosofia. Competenze e metodi di conoscenza".

I soldi di Bicocchi Pichi non sono quelli dei grandi capitali da milioni di euro, ma quelli sufficienti a raggiungere obiettivi accessibili. Nel suo caso sono emblematici i casi di Alleantia, fra i 113 global tech innovators secondo ABI Research, e Nextome, vincitrice del "most awesome ALPHA startup" del Web summit 2014.

Marco Bicocchi Pichi

Dalle finestre di casa sua si vede l'isola di Montecristo. "Mi muovo secondo necessità, ma qui vicino a Follonica dove c'è la mia casa, la mia famiglia, ho imparato a essere più distaccato rispetto all'ambiente che frequento".

Gli startupper vengono accolti nella sua casa. Prima di un accordo vuole conoscerli. Sapere di che pasta sono fatti. "Perché fare startup è difficile. La probabilità di sconfitta è elevata. Una tempra morale forte è essenziale. A volte ho soppresso dei campanellini di allarme e poi le cose sono venute fuori. Le crisi cambiano le persone".

Alleantia

La startup Alleantia

Il termine startup a volte è abusato: si è creato un vero e proprio business intorno. Però là dove c'è della sana voglia di emergere con un progetto vincente vi sono storie di giovani che vale la pena raccontare e sostenere. "La mia motivazione è legata al costruire. Mi piace la sfida. Io sento di poterli aiutare ma è fondamentale la loro competenza, volontà e correttezza".

Solo cavalli vincenti quindi? Difficile dirlo, anche perché si può avere grande potenziale e magari essere già incorsi in sonore sconfitte. "Il concetto di fallimento è ampio. Sconfitta e dolore ti fanno crescere. È la reazione alla difficoltà che fa l'uomo. Il fallimento non è una cosa necessaria ma chi ha avuto tutto facile di solito non è pronto", sostiene il manager.

Racconta di startupper che ce l'hanno fatta, siglando anche "deal" da milioni di dollari, sempre in allerta per l'eventuale fallimento.

"Se perdi è perché hai mollato oppure non hai avuto la lucidità di cambiare rotta", ricorda.

È come un uomo al timone di un barca nel suo amato arcipelago Toscano, magari nella tempesta. C'è un momento in cui bisogna tenere duro seguendo la rotta stabilita, e un altro dove si deve perseverare ancora di più scegliendo di mettersi alla cappa. Accettare che la priorità è tirarsi fuori dai marosi.

"Persistenza e resistenza sono fondamentali, ma a un certo punto fare la respirazione forzata a un progetto startup che non vive è sbagliato. Non bisogna perdere lucidità. Nella difficoltà bisogna lavorare meglio, non di più".

Nextome

Startup Nextome

Un Business Angel è per sua natura paziente perché prima della maturazione della startup, per coglierne qualche frutto, passano di solito 4/5 anni – realisticamente sempre più spesso 6/8 anni. E questo passaggio evolutivo può essere di diverso tipo a seconda delle situazioni: magari si riceve un mega-finanziamento, oppure c'è un'acquisizione, oppure ancora nasce un'impresa.

Questo ultimo caso spesso è visto come un traguardo poco affascinante. Comprensibile considerato che ormai i modelli di successo sono più vicini a personaggi come Zuckerberg che ai grandi amministratori delegati delle aziende classiche. Leader carismatico invece che burocrate.

E forse bisognerebbe sfatare anche un altro mito: quello del genio incompreso. Chi è destinato al successo ha sempre un'alternativa. "Magari è sottopagato oppure sottovalutato, ma non viene dal nulla. Anche se va male a scuola, magari si scopre che a casa si è costruito un telescopio elettronico", scherza il Bicocchi Pichi.

Ecco chi sono i veri Business Angel: scopritori di talenti, traghettatori, uomini che cercano di dare fiducia. Di conseguenza i veri startupper non possono che essere definiti uomini "del fare". Non basta un'idea vincente, quella è solo la base di partenza. È tutto il resto che conta.