Cablare in fibra l'Italia: dopo Fastweb arriva Vodafone

Vodafone vuole entrare nel progetto Metroweb, come ha fatto qualche settimana fa Fastweb. L'esito dell'operazione non è scontato poiché sono state imposte delle condizioni. La prima è quella di puntare a cablare le prime 100 città italiane, partendo da Milano, in cinque anni.

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a cura di Dario D'Elia

Vodafone vuole aderire al progetto Metroweb per partecipare allo sviluppo della rete in fibra su tutto il territorio italiano. Dalle pagine del Corriere della Sera oggi l'AD Paolo Bertoluzzo ha confermato ogni dettaglio e la disponibilità a entrare nel capitale con una quota del 10%. Praticamente sembra di assistere alla stessa mossa compiuta da Fastweb qualche settimana fa (Fastweb entra in Metroweb, ma il gomitolo porta a Telecom), con la differenza che sono state poste delle condizioni. 

"Che ci sia un piano ambizioso che risponda alle esigenze di sviluppo e crescita e quindi punti a cablare le prime 100 città italiane, partendo da Milano, in cinque anni. Un impegno che vale 5 miliardi di euro di investimenti complessivi", ha ricordato Bertoluzzo. "Non solo: deve esserci la voglia di sviluppare un'infrastruttura moderna, che consenta una rapida migrazione dal rame alla fibra, che sia aperta e soprattutto neutrale verso gli operatori affinché tutti abbiano accesso a pari condizioni e la competizione si giochi sui servizi".

Paolo Bertoluzzo, AD di Vodafone

Forse questo potrebbe essere il primo scoglio poiché fin dalla prima ora l'amministratore delegato della "piccola Telecom", Vito Gamberale, ha parlato di sviluppo solo nelle zone ad alta remunerazione. Il secondo è che la governante potrebbe essere fortemente influenzata da Telecom Italia, davvero poco interessata a sfavorire il rame. Ancor di più dopo che la stessa Unione Europea ha deciso di alleggerire la mano sul controllo delle tariffe di accesso (La UE salva Telecom Italia: tariffe fibra e rame a piacere).

"Io credo sia importante dare a tutti la possibilità di partecipare perché la rete servirà a tutti. Lo sviluppo della NGN e della tecnologia mobile di quarta generazione possono essere complementari per ridurre il digital divide", ha aggiunto l'AD di Vodafone.

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Insomma, l'esito di questa operazione non è scontato, ma quel che conta è che malgrado il taglio delle tariffe di terminazione Vodafone cercherà di "mantenere i piani di investimento" – circa un miliardo all'anno.

"In Italia siamo già la compagnia mobile che fa i maggiori investimenti sulla rete. Copriamo oltre l'80% della popolazione con la rete di terza generazione avanzata e a Ivrea abbiamo iniziato la copertura LTE con licenza sperimentale. E con il nostro progetto 1000 comuni siamo arrivati a 344. La rete fissa non è tuttavia secondaria. Anzi", ha concluso Bertoluzzo.