Cabliamo in fibra l'Italia, solo dove può rendere

Corrado Calabrò, presidente dell’Agcom, punta su imprese e Governo per cablare il paese

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a cura di Dario D'Elia

Società di Telecomunicazioni e Governo dovrebbero lavorare insieme per cablare in digitale il paese. Questa la proposta di Corrado Calabrò, presidente dell’Agcom. Insomma, un "nucleo forte di partner industriali" dovrebbe impegnarsi per sostituire il vecchio rame con reti di nuova generazione, ovviamente "nelle aree dove esiste una ragionevole aspettativa di redditività".

Corrado Calabrò, presidente dell’Agcom

Calabrò forse ha dimenticato che il problema del broadband italiano non è solo legato alla qualità complessiva del servizio, ma anche al digital divide. La "ragionevole aspettativa di redditività", forse, per quel 12% della popolazione senza connessione non è una gran cosa – anzi un incubo.

Il presidente di Agcom ha citato a titolo di esempio il "modello olandese", dove vi è una partecipazione diretta delle amministrazioni locali. E dove le opere civili di altro tipo non "dimenticano" mai la fibra – grazie a tariffe fisse stabilite dall’Authority TLC.

La proposta di Calabrò è stata accolta con favore da Telecom Italia, Vodafone e le associazioni dei consumatori.

A mio parere qualcosa non torna, anche perché l'Agcom vuole candidarsi alla regia per lo sviluppo tecnico del progetto, come riporta il Corriere della Sera. L'Autorità per le Garanzie delle Comunicazioni non dovrebbe rimanere super-partes?

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