Calabrò spiega la linea AGCOM sul copyright

Il Presidente AGCOM durante l'audizione con le Commissioni Cultura e Comunicazioni del Senato della Repubblica ha spiegato il senso della nuova normativa sul copyright. A suo parere il Garante dispone di ampia protezione legislativa per procedere.

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a cura di Dario D'Elia

L'AGCOM è convinta che il Governo le abbia dato poteri plenipotenziari per tutelare il diritto d'autore online. È tutta qui la chiave del contendere tra il Garante delle Comunicazioni e il "resto del mondo" – esclusi SIAE, lobbysti e industria del settore dell'intrattenimento. Il Presidente Corrado Calabrò stamani, durante l'audizione con le commissioni Cultura e Comunicazioni del Senato, è stato chiaro. 

"È proprio in esecuzione del mandato assegnatoci dalla legge che l'Autorità si è mossa su questo sul terreno del diritto d'autore. L'occasione odierna è quindi quanto mai opportuna anche per una pacata riflessione su temi più ampi di quelli disciplinati dal nostro schema di regolamento", ha spiegato il presidente AGCOM.

L'enigma AGCOM

"Un sistema di diritto d'autore appropriato all'era digitale: questo è il punto di arrivo cui tendono, interrogandosi, le Istituzioni di tutto il mondo. Stentando però ancora a trovare soluzioni che siano al tempo stesso efficaci, giuridicamente sostenibili e costituzionalmente corrette. In effetti, la questione è talmente sfaccettata e centripeta che comunque la si affronti si ha sempre la sensazione di un'insoddisfacente aderenza alle variabili in gioco. È un problema multiforme, che assume sempre più una valenza sovranazionale".

La relazione completa di Calabrò è stata pubblicata da Il Fatto Quotidiano, ed entrando nello specifico vi sono affermazioni più o meno condivisibili. Si legge nell'importanza del tema, dell'urgenza di intervenire sul problema, delle difficoltà dell'industria creativa, dei dati sulla pirateria e tanti altri dettagli sui massimi sistemi. Come se i critici negassero l'esigenza di un intervento. Insomma, la solita solfa: l'AGCOM lotta per il Bene e i critici per il Caos.

"Internet è un'autostrada, non è il pilota dell'automobile. Non è ontologicamente orientato: di per sé non è né il bene né il male. La rete è un bene comune che va salvaguardato e regolato per coglierne i benefici e arginarne le esternalità negative. Non sono dell'avviso che internet crei nuovi diritti, né tantomeno che imponga di discriminare tra diritti di serie A e di serie B. La rete eleva i diritti fondamentali della persona e dell'impresa ad un livello di maggiore potenzialità e complessità", ha aggiunto Calabrò. 

L'enigma Calabrò

E qui secondo me è il presidente ad aver compiuto un clamoroso autogol. Perché di fronte a cotanta complessità, diritti fondamentali e ordini di grandezza (e profondità) filosofica, lui risponde con una ricetta partorita da un ente amministrativo come l'AGCOM. E non si parla di coperture giuridiche (qui le interpretazioni si sprecano, e non c'è molta chiarezza al riguardo), bensì di responsabilità. Il Garante delle Comunicazioni nasce per "assicurare la corretta competizione degli operatori sul mercato e tutelare i consumi di libertà fondamentali dei cittadini". L'AGCOM è un'autorità indipendente per Statuto e deve rispondere al Parlamento, non alle lobby e neanche ai Ministeri. Che posto occupano i diritti dei cittadini/utenti/consumatori in questa complessa equazione?

La consultazione pubblica per far pervenire osservazioni e suggerimenti terminerà ad agosto, ma sarebbe sbagliato da parte dell'AGCOM considerarla come una gentile concessione. 

"L'Autorità ha sì poteri di vigilanza e controllo in materia di diritto d'autore online ma non ha poteri regolamentari se si eccettuano quelli appena attribuitile dal famigerato decreto Romani, limitatamente all'attività di fornitura di servizi media audiovisivi", sostiene Guido Scorza su Il Fatto Quotidiano.

"È contro questa sorta di ipocrisia istituzionale e di assoluta mancanza di trasparenza che si scontrano e frantumano le migliaia di belle parole contenute nella Relazione del Presidente dell'AGCOM circa l'opportunità di trovare una posizione di equilibrio tra la libertà di informazione e la tutela dei diritti d'autore in Rete".