Cameron contro la crittografia: basta privacy in nome della sicurezza

Nel Regno Unito i servizi di messaggistica che crittografano le conversazioni potrebbero diventare fuori legge. Secondo il Primo ministro Cameron l'intelligence di sua Maestà deve poter leggere tutto per proteggere i cittadini dagli attentati terroristici.

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a cura di Elena Re Garbagnati

WhatsApp, iMessage, Telegram, Snapchat, FaceTime e in generale i servizi di messaggistica che sfruttano sistemi di crittografia end-to-end potrebbero diventare illegali nel Regno Unito. Almeno è l'intenzione espressa ieri dal primo ministro David Cameron in una conferenza a Parigi.

Le dichiarazioni arrivano sulla scia del grave attentato di Charlie Hebdo e sulla necessità espressa da tutti i capi di Stato di alzare il livello della sicurezza a tutela dei cittadini contro gli atti terroristici. In molti hanno fatto appello ad aziende come Google e Facebook affinché forniscano maggiori informazioni sulle attività online delle persone.

David Cameron

David Cameron

Cameron punta il dito su quelle che definisce le "nuove tecnologie" e chiede: "dobbiamo forse autorizzare mezzi di comunicazione che, semplicemente, non è possibile leggere?" riferendosi proprio alle sopraccitate applicazioni criptate. "La mia risposta è: 'No, non dobbiamo'" taglia corto.

Quello che chiede concretamente Cameron è che i produttori lascino aperta una backdoor che permetta ai servizi segreti - dietro mandato di un giudice - di accedere ai contenuti delle conversazioni. Il Primo ministro inglese promette che se i Tory dovessero vincere le elezioni di maggio vieterà gli strumenti criptati di comunicazione online che potrebbero essere usati dai terroristi, se le agenzie di intelligence non potranno metterci mano.

"Gli attacchi di Parigi hanno dimostrato la portata della minaccia che abbiamo di fronte e la necessità di avere solide competenze attraverso le nostre agenzie di intelligence al fine di mantenere la nostra gente al sicuro" ha aggiunto.

Blackphone

Non è chiaro come farà il governo britannico a impedire agli utenti di usare applicazioni diffuse fra centinaia di milioni di persone in tutto il mondo. In ogni caso il gravissimo attentato parigino ha acceso un crescente dibattito in Europa e negli Stati Uniti sul fronte della sicurezza, che coinvolge direttamente tutte le aziende che si occupano di servizi Internet e gli operatori di telecomunicazioni, sotto pressione affinché collaborino senza riserve con le forze dell'ordine.

"Siamo preoccupati per il ricorso sempre più frequente a Internet per alimentare l'odio e la violenza" scrivono in una dichiarazione congiunta i politici dell'Unione europea. Una preoccupazione condivisa, che fa tuttavia riemergere la questione della tutela della privacy e dell'indiscriminato controllo di massa condannato dalle rivelazioni di Julian Assange prima e di Edward Snowden successivamente.

Secondo il Liberal Democratico Nick Clegg la proposta del premier è inaccettabile perché "abbiamo ogni diritto di invadere la privacy dei terroristi e di quelli che riteniamo vogliano farci del male ma a questo non deve corrispondere un'invasione nella privacy di ogni singola persona nel Regno Unito".

Il dibattito continuerà a lungo, ma forse non saranno così tante le applicazioni che finiranno nel mirino del Governo inglese: ricordiamo infatti che stando alle analisi di Electronic Frontier Foundation la maggior parte delle applicazioni di chat e VoIP non sono così inaccessibili come sembrano. Anzi, solo i dati di Telegram, Facetime e iMessage di Apple risultano inaccessibili anche dai produttori, sulle altre non c'è da contarci troppo.