Campioni dall'oceano extraterrestre di Encelado: ecco il progetto per portarli sulla Terra

Catturare campioni dell'oceano di Encelado e portarli sulla Terra potrebbe rispondere alla domanda: "siamo soli?".

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a cura di Mike Wall

In un futuro non troppo distante un veicolo spaziale potrebbe portare sulla Terra campioni prelevati da un oceano extraterrestre in cui gli scienziati potrebbero trovare segni di vita. L'oceano in questione è quello di Encelado, una delle lune più piccole di Saturno, in cui tempo fa era stato scoperto un oceano con fondale roccioso.

NASA's Cassini spacecraft captured this view of Saturn's moon Enceladus on March 10, 2012
Encelado, foto scattata dalla sonda Cassini il 10 marzo 2012

Alla luce delle rilevazioni di cui siamo in possesso e delle ipotesi che sono state finora formulate, gli scienziati stanno progettando il concept di una missione che prevede l'invio di una sonda capace di volare attraverso i pennacchi che fuoriescono dai geyser presenti nella regione del polo sud della luna ghiacciata di Saturno Encelado.

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Dai geyser fuoriescono nello Spazio acqua, sali e composti organici che si trovano sotto la superficie ghiacciata. La missione, battezzata Life Investigation for Enceladus (LIFE), ha l'obiettivo di raccogliere campioni di materiali presenti nei pennacchi e portarli sulla Terra.

Ricordiamo che un progetto simile ha almeno un precedente celebre, ossia quello della sonda Stardust che fu lanciata dalla NASA nel 1999 e "catturò" in uno speciale materiale aerogel frammenti provenienti dalla cometa Wild 2. I campioni furono portati sulla Terra mediante una speciale capsula, e i frammenti furono inviati a laboratori in tutto il mondo.

"Avere dei campioni da Encelado sarebbe fenomenale" ha spiegato a Space.com Peter Tsou del Sample Exploration Systems di La Canada (California) e a capo del progetto LIFE. Potremmo fare luce sulla domanda 'siamo soli?' in una sola missione".

Al momento la missione LIFE è un concept, non ha ancora ottenuto le approvazioni e i finanziamenti necessari e pertanto non rientra fra le missioni pianificate dalla NASA. Tsou stima che i costi sarebbero di circa 700 milioni di dollari. Per avere un metro di paragone la cifra è pari a circa il 30 percento di quella stanziata per la missione di Curiosity su Marte.

Una luna su cui potreebbe esserci la vita

Molti astrobiologi scommettono su Encelado e sulla luna di Giove Europa come i più papabili candidati su cui trovare vita fuori dalla Terra. Encelado ed Europa sembrano avere entrambe oceani sotterranei di acqua liquida che sarebbe in contatto con fondali rocciosi, quindi silicati che potrebbero costituire l'ambiente ideale per il verificarsi di reazioni chimiche complesse.

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Recenti studi suggeriscono che nonostante gli oceani di entrambe queste lune non ricevano la luce del Sole, potrebbero comunque ospitare fonti di energia sufficienti per sostenere la vita microbica.

I pennacchi di Encelado

La NASA sta già lavorando a una missione di flyby su Europa, che potrebbe essere lanciata fra il 2020 e il 2025. Molti scienziati però reputano che sia necessaria anche una missione dedicata ad Encelado dopo quanto riscontrato dalla sonda Cassini nel 2005. Cassini infatti aveva rilevato getti potenti che fuoriescono dalle fratture vicino al polo sud di Encelado, che si fondono per formare un pennacchio - una nube fredda di particelle oceaniche che si estende per molti chilometri nello Spazio. 

Jonathan Lunine della Cornell University ha spiegato che "sono campioni gratuiti. Non abbiamo bisogno di atterrare, trapanare, sciogliere ghiaccio o fare altro, basta raccoglierli".

Cassini ha volato attraverso i pennacchi molte volte, trovando prove a supporto della presenza di materiale organico nelle analisi svolte con il suo spettrometro di massa. Purtroppo non è stata in grado di fare di più perché non è equipaggiata con strumenti adatti per la ricerca di segni di vita.

Perché portare a Terra i campioni

Lunine è il principal investigator di un altro concept di missione conosciuto come Enceladus Life Finder (ELF), anch'essa focalizzata sulla ricerca di segnali di vita nei pennacchi della luna ghiacciata. A differenza di LIFE, la sonda ELF dovrebbe fare tutto il lavoro di analisi in loco, mentre orbita attorno a Saturno.

Tsou resta dell'idea che l'analisi qui sulla Terra sia la strada migliore perché potrebbe essere difficile fare una rilevazione definitiva sull'esistenza di vita aliena per un veicolo spaziale robotico a milioni di chilometri di distanza da chi lo gestisce.

"Al momento nessun biologo o astrobiologo è in grado di dare una definizione standard univoca di vita aliena, per questo determinare se ci sia vita o meno su Encelado non comporta una risposta binaria come 1 o 0, sì o no. Bisognerà fare molti studi prima di arrivare a una conclusione".

991px Stardust Dust Collector with aerogel
Il Dust Collector di Stardust

A suffragio di questa tesi Tsou e il suo gruppo di lavoro citano le analisi che vennero fatte sui campioni della cometa Wild 2 catturati da Stardust. Tsou era principal investigator di quella missione e ricorda che "la conferma definitiva dell'origine della glicina (un amminoacido non polare) raccolta dalla coda di Wild 2 si ottenne dopo tre anni di analisi dei campioni qui sulla Terra.

"Si può fare un progresso significativo nella valutazione del potenziale biologico di Encelado solo su campioni portati nei laboratori terrestri, dove possono essere usate attrezzature allo stato dell'arte e seguite procedure senza limiti di potenza di calcolo, d'ingombro e di costo" ha aggiunto. "I laboratori terrestri offrono il massimo in termini di capacità di analisi, adattabilità, riproducibilità, affidabilità e interazione tra scienziati."