La missione: programma e costi

Catturare campioni dell'oceano di Encelado e portarli sulla Terra potrebbe rispondere alla domanda: "siamo soli?".

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a cura di Tom's Hardware

Come funzionerebbe la missione

La sonda LIFE dovrebbe essere lanciata verso l'orbita di Saturno, dove arriverebbe dopo cinque anni di viaggio se si riuscirà a sfruttare la fionda gravitazionale di Giove. Una volta in orbita LIFE dovrebbe effettuare flyby multipli attraverso il pennacchio di Encelado, raccogliendo campioni che verrebbero intrappolati in un materiale simile all'aerogel della missione Stardust. La sonda spaziale trasporterà anche una capsula appositamente studiata per riportare i campioni sulla Terra, una fotocamera, uno spettrometro di massa per alcune analisi in sito e un "dust counter" per avere la conferma che la sonda abbia effettuato i flyby dei pennacchi e raccolto il materiale.

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Una volta completata la raccolta, LIFE dovrebbe chiudere il materiale nell'apposita capsula e rispedirla a Terra. Quando giungeranno qui i campioni dovranno essere maneggiati con estrema cura perché potrebbero ospitare forme di vita aliena che in linea teorica potrebbero danneggiare o alterare la vita e gli ecosistemi terrestri. Non si tratta di un allarme, ma di una precauzione analoga a quella del divieto per i rover di recarsi nelle zone ad alto potenziale di vita su Marte per evitare il rischio contaminazione.

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Tsou ha spiegato che i campioni provenienti da Encelado probabilmente dovrebbero essere studiati in strutture con un livello di biosicurezza 4 (BSL-4), ossia le stesse in cui vengono studiati agenti infettivi estremamente contagiosi e pericolosi come il virus Ebola. Negli Stati Uniti non ci sono strutture BSL-4 destinate all'analisi di materiale proveniente dallo Spazio, e da stime precedenti per costruirne una ci vorrebbero minimo 500 milioni di dollari. Ma LIFE non si dovrebbe necessariamente caricare di questo costo.

La Japan Agency for Marine-Earth Science and Technology (JAMESTEC) sta pianificando la costruzione di un laboratorio BSL-4 a bordo della nave per la ricerca oceanografica Chikyu. I responsabili di JAMESTEC hanno già risposto favorevolmente alla possibilità di raccogliere e studiare campioni di Encelado sulla Chikyu. "Avranno il personale e l'esperienza per raccogliere e gestire campioni da un oceano extraterreste e ne sarebbero entusiasti" assicura Tsou.

La collaborazione di LIFE con il Giappone potrebbe essere più ampia se la missione si dovesse concretizzare: secondo Tsou ci sono buone possibilità che il Giappone possa fornire la capsula per la consegna dei campioni sulla Terra (la nazione ha esperti in quest'area: l'agenzia aerospaziale giapponese JAXA ha portato con successo sulla Terra frammenti dell'asterioide Itokawa nel 2010, e lo scorso anno ha lanciato un'altra missione analoga).

Per ora non sono stati sottoscritti accordi, ma Tsou riferisce di avere avuto riunioni promettenti con i vertici della JAXA e con l'Institute of Space and Aeronautical Science giapponese. Alla luce di questi incontri Tsou ha espresso ottimismo sulla partecipazione giapponese per circa 200 milioni di dollari del costo complessivo della missione, il che significherebbe che la NASA dovrebbe sborsarne "solo" 500 milioni. Con questo costo LIFE potrebbe entrare a far parte del Discovery Program della NASA, che riguarda missioni con obiettivi molto specifici e costi relativamente bassi.

Una missione in sospeso

L'agenzia spaziale statunitense al momento sta vagliando circa due dozzine di proposte per il Discovery Program, che dovrebbero essere lanciate entro la fine del 2021, con un limite di costi di 450 milioni di dollari, escluse le operazioni successive al lancio. La selezione definitiva dovrebbe essere comunicata a settembre 2016.

ELF è fra le papabili, ma Tsou e il suo gruppo di lavoro non hanno presentato la candidatura di LIFE perché attualmente il programma Discovery proibisce l'uso di fonti di energia nucelare — come i generatori termoelettrici a radioisotopi, che convertono il calore creato dal decadimento radioattivo del plutonio-238 in elettricità — si suppone che il motivo sia conservare le scorte di plutonio della NASA.

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Un RTG usato sulla sonda Cassini (Wiki)

Tsou reputa che l'energia nucleare sia di fondamentale importanza per le sonde dirette su Saturno, perché si trova 9,5 volte più lontano dal Sole rispetto alla Terra e per questo la sonda riceverebbe poca energia solare. (Lunine al contrario confida che ELF possa raggiungere l'obiettivo anche con l'energia solare).

Per questi motivi LIFE è in sospeso. Tsou avrebbe voluto proporre il suo progetto come Discovery Mission, ma se anche la prossima tornata di Discovery avrà il divieto del nucleare potrebbe alla fine presentare LIFE come programma di esplorazione di classe media della NASA, ossia nella categoria New Frontiers, di cui fa parte per esempio la missione New Horizons, costata 720 milioni di dollari.