Canon EF 135mm 1:2 L

Recensione - Test di due ottiche da ritratto d'eccezione per reflex Canon EOS: il Canon EF 85mm F1.2 e il 135mm F2. Serie Luxury, grande apertura massima e massima qualità.

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a cura di Tom's Hardware

Canon EF 135mm 1:2 L

Altro teleobiettivo professionale molto luminoso, l'EF 135mm f/2L USM si presta con disinvoltura tanto alla ritrattistica quanto alle riprese sportive indoor, laddove l'apertura massima elevata lo avvantaggia rispetto al classico zoom.

Compatibile sia con corpi full-frame sia con corpi APS-C, la destinazione d'uso di quest'ottica dipende molto dalle dimensioni del sensore. Su una full-frame, dove lavora effettivamente come un 135mm, si presta molto bene alla ritrattistica, soprattutto per quei fotografi che per stile tendono a non stare troppo vicini al soggetto. Vale al pena anticipare subito che la distanza minima di messa a fuoco di quest'ottica è solo 90 cm (5 cm meno dell'85mm f/1,2), pertanto il fotografo ha grande libertà d'azione e può passare dalla figura intera all'inquadratura molto stretta senza mai "soffocare" il soggetto.

Al contrario, su corpi APS-C quest'ottica ha una lunghezza focale equivalente a 216mm, che sono probabilmente troppi per la ritrattistica, perlomeno per diventare l'ottica da ritratto principale. Su corpi APS-C, allora, quest'ottica funziona meglio come tele per lo sport indoor, con il vantaggio di essere molto compatto considerate focale e apertura massima. La compatibilità con i moltiplicatori di focale è un altro vantaggio in questo senso.

Costituito da 10 elementi in 8 gruppi, il 135mm f/2L utilizza un diaframma a 8 lamelle circolari che si chiudono fino a f/32. Alla minima distanza di messa a fuoco di 90 cm, l'ingrandimento massimo è pari a 0,19x.

Anche in questo caso l'elenco delle caratteristiche speciali non è lunghissimo - siamo di fronte a un'ottica concreta e senza troppi fronzoli. Troviamo anche qui il rivestimento antiriflesso multistrato Super Spectre contro ghost e flare, e l'immancabile (per le Serie L) motore USM ad anello che regala la possibilità di correzione manuale in qualunque momento.

Un'importante agevolazione di cui è dotato questo obiettivo è il limitatore di messa a fuoco a 2 posizioni, che pemette di selezionare l'intervallo AF tra 90 cm e infinito oppure tra 1,6 metri e infinito. Selezionando l'intervallo superiore, la corsa ridotta garantirà una ancora maggiore velocità di messa a fuoco e ridurrà il rischio che soggetti "di disturbo" facciano perdere la messa a fuoco sul soggetto principale, cosa utile soprattutto nella fotografia sportiva.

Nessuna stabilizzazione ottica. Se considerato come ottica da ritratto, riteniamo che sia la scelta migliore: si risparmia qualche grammo rinunciando a una funzione che, lavorando sempre con diaframmi aperti, è del tutto inessenziale anche in interni con luce naturale. Considerandolo  un piccolo tele per fotocamere APS-C, la valutazione a nostro avviso non cambia, ma alcuni utenti potrebbero essere di diverso avviso. Chiaro infatti che per soggetti in movimento la garanzia anti-mosso può essere data solo dall'elevata apertura, ma d'altro canto un (circa) 200mm equivalenti inizia a essere impegnativo da impugnare a mano libera, e alcuni frangenti qualcuno potrebbe sentire la mancanza di un aiuto contro il micromosso.

La carenza di elettronica è causa ed effetto dell'estrema longevità del 135mm f/2 - questo obiettivo è infatti in produzione da quasi venti anni, a partire dal 1996, e sembra non sentire affatto il peso degli anni.

Anche in questo caso notiamo che non è purtroppo presente la guarnizione sulla flangia posteriore che su molte ottiche L previene l'infiltrazione di polvere e umidità nel corpo macchina. La messa a fuoco è interna, quindi la lente frontale non ruota né si estende durante l'uso.