Ergonomia e prestazioni

Recensione - Test della EOS 100D, la reflex digitale più piccola e leggera mai prodotta da Canon. È anche economica, ma quanto a qualità - d'immagine e costruttiva - non teme il confronto con i modelli superiori.

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a cura di Tom's Hardware

Ergonomia e prestazioni

La EOS 350D (più compatta della capostipite 300D) misurava circa 127mm in larghezza e 64mm in profondità, occupando un volume regolare di circa 763 cm3; col tempo, le dimensioni delle EOS entry-level sono cresciute, complice l'adozione di nuove funzioni come il display orientabile, e la 700D è arrivata a misurare circa 5mm in più in larghezza e circa 15mm in più in spessore, occupando un volume regolare di circa 1047 cm3. La EOS 100D, torna, per così dire, alle origini: leggermente più stretta e spessa, occupa 735 cm3 risultando più compatta e leggera EOS a 3 cifre mai prodotta.

Rispetto alla capostipite, risulta però decisamente meglio studiata ed è a nostro avviso piuttosto incredibile come un corpo di tali dimensioni possa risultare anche ergonomico, ma tant'è. L'unico suo difetto è il già accennato poco spazio per il palmo, a cui ci si può abituare. La vera critica che si può muovere a questo corpo, o per meglio dire la domanda che ci si può porre, è in effetti un'altra: posto che, con il 18-55mm in kit la profondità totale è di circa 14cm e che quindi non si tratta in ogni caso di un modello tascabile, quei 300cc di spazio occupato possono davvero fare la differenza?

Se per voi la risposta è si, il corpo macchina della 100D non vi deluderà. Complici le dimensioni e l'assenza di display articolato, il leggero corpo in policarbonato restituisce un'impressione di robustezza e qualità superiore a quella di altri modelli EOS a tre cifre; dal punto di vista delle finiture, siamo probabilmente di fronte alla migliore EOS entry-level prodotta finora.  Confermiamo anche qui il giudizio positivo sulle funzioni touch screen, ben implementate ed efficaci.

Al pari di altri corpi entry-level, a livello funzionale si soffre un po' il mirino angusto (eyepoint 19mm), l'assenza del display LCD superiore e della ghiera di comando secondaria, ma la 100D rappresenta un buon punto di partenza e chi confermerà la sua passione potrà rivolgersi in secondo acquisto verso un corpo EOS a 2 cifre. Sconsigliamo invece di fare l'opposto, cioè di valutare la 100D come secondo corpo se già si possiede un modello superiore - specie se il corredo comprende ottiche "importanti", che su questo corpo appaiono perlopiù sproporzionate.

Le prestazioni AF con il 18-55mm STM sono, senza sorprese, molto buone: basta 1/4 di secondo per mettere a fuoco e scattare in modalità AF singola con selezione manuale del punto, e -stranamente - ancora meno in caso di selezione automatica. Con circa 0,75 secondi, anche la velocità di messa a fuoco il LiveView è da considerarsi molto buona, leggermente migliore di quella rilevata sulle 650D/700D, che era superiore a 0,8 secondi.

Con i suoi 4 fps - confermati dai test - la 100D non si può dire una fotocamera ad alte prestazioni, ma questo era da mettere in preventivo. La profondità del buffer non è particolarmente risicata (8 scatti in RAW prima di rallentare a circa 1,5 fps); non ci aspettavamo, invece, che la cadenza di scatto in JPEG fine potesse essere inferiore alla RAW (solo quattro fotogrammi consecutivi, 2 nel caso di RAW+JPEG, poi crollo a meno di 1 fps). Siamo qui di fronte, probabilmente, a un piccolo bug che verrà prossimamente corretto.

La velocità di pulizia del buffer è buona in tutte le occasioni eccetto quando si utilizzano modalità a scatto multiplo / HDR, che "bloccano" la fotocamera per diversi, fastidiosi secondi.