Canone RAI, esenzione con PEC ma vuole la firma digitale

La PEC può essere impiegata per comunicare il mancato possesso TV ai fini del canone ma l'Agenzia delle Entrate vuole anche la firma digitale. L'esenzione è un percorso a ostacoli.

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a cura di Dario D'Elia

L'Agenzia delle Entrate ha detto sì alla PEC per comunicare il mancato possesso della televisione, "purchè la dichiarazione stessa sia sottoscritta mediante firma digitale". Alla fine Tom's Hardware con il pressing delle ultime settimane, ha ottenuto risposta.

È un percorso a ostacoli su suolo viscido e campestre quello che gli strateghi del canone Rai hanno deciso di orchestrare per ridurre al minimo il rischio di facili evasioni. 

TV EXPLOSION

L'obiettivo è tagliare col passato, quindi canone in bolletta e se non si possiede una TV l'unica opzione è l'auto-certificazione tramite "dichiarazione sostitutiva" da sottoporre entro il 16 maggio. La modalità più facile senza dubbio è quella tramite servizio postale, basata sull'invio di un "plico raccomandato senza busta unitamente a copia di un valido documento di riconoscimento". L'indirizzo è Agenzia delle Entrate, Ufficio di Torino 1, S.A.T. – Sportelli Abbonamenti TV – Casella Postale 22 – 10121 Torino.

Per chi vuole approfittare delle meraviglie del 21° secolo, in alternativa, c'è il servizio online dell'Agenzia delle entrate o degli altri intermediari abilitati. In pratica bisogna affidarsi a Entratel o Fisconline. Ciò prevede la registrazione, quindi la richiesta di PIN negli uffici o tramite l'app dell'Agenzia.

firma digitale

Infine, l'ultima opzione, è quello dell'invio di una PEC della dichiarazione sostitutiva (cp22.sat@postacertificata.rai.it) con firma digitale. Se da una parte la Posta Elettronica Certificata è ormai un servizio alla portata di tutti con un minimo esborso annuale, dall'altra la firma digitale richiede l'acquisto anche di un kit che comprende un lettore e una smart card oppure token USB. Insomma, non è proprio una cosa da tutti, almeno oggi.

Secondo il Dott. Davide Mazzotta dello Studio legale associato Fioriglio-Croari la decisione di abbinare la PEC alla firma digitale è in linea con le attuali previsioni normative. "Se da un lato infatti la PEC fornisce la prova legale dell’avvenuta spedizione, dall’altro la firma digitale consente di verificare la provenienza, l’integrità e l'immodificabilità del documento informatico, ossia, in questo caso, che la dichiarazione ai fini dell’esenzione dal pagamento del canone sia stata effettivamente siglata da un determinato soggetto", spiega Mazzotta.

"Tuttavia si potrebbe ipotizzare una interpretazione estensiva della norma a favore del contribuente: così, si potrebbe ammettere l’invio a mezzo PEC di una scansione firmata dal dichiarante (magari corredata di un documento di identità) per raggiungere un accettabile compromesso".

Il chiarimento fornito dell’Agenzia delle Entrate è tuttavia in linea con le attuali previsioni normative. Se da un lato infatti la PEC fornisce la prova legale dell’avvenuta spedizione, dall’altro la firma digitale consente di verificare la provenienza, l’integrità e l'immodificabilità del documento informatico, ossia, in questo caso, che la dichiarazione ai fini dell’esenzione dal pagamento del canone sia stata effettivamente siglata da un determinato soggetto.

Tuttavia si potrebbe ipotizzare una interpretazione estensiva della norma a favore del contribuente: così, si potrebbe ammettere l’invio a mezzo PEC di una scansione firmata dal dichiarante (magari corredata di un documento di identità) per raggiungere un accettabile compromesso. Si consideri infatti che la PEC è molto diffusa ed economica mentre i kit di firma digitale non sono usualmente utilizzati dai consumatori, pur non costando cifre rilevanti. Per una maggiore certezza in ordine all'identificazione dell'autore della sottoscrizione, si potrebbe pensare all'invio di una ulteriore ricevuta ad altro indirizzo del dichiarante (o anche mediante SMS). 

spiega il Dott. Davide Mazzotta dello Studio legale associato Fioriglio-Croari

E se a qualcuno venisse in mente lo SPID – il Sistema Pubblico di Identità Digitale – la buona notizia è che l'AGID ci sta lavorando. "Stiamo procedendo il più rapidamente possibile, e vogliamo rendere tutti i servizi accessibili con SPID entro il 2017", fa sapere l'Agenzia a Tom's Hardware. "In particolare per quanto riguarda l’Agenzia delle Entrate siamo partiti con il 730 precompilato perché coinvolge un gran numero di cittadini, ma garantiamo che tutti gli altri servizi saranno aggiunti, in un percorso a tappe".

La sensazione che sul canone Rai in bolletta si sia lavorato un po' di fretta. Probabilmente si sono manifestate più criticità rispetto a quanto previsto inizialmente oppure semplicemente il desiderio di semplificare ha messo in secondo piano i dettagli chiave. Resta il fatto che lo spirito di questo progetto è senza dubbio concentrato nel recupero dell'evasione – in media una famiglia su tre non paga il canone. Ecco quindi spiegato il motivo per cui ogni anno bisognerà procedere a dichiarazione di mancato possesso della TV e per quale motivo le modalità di comunicazione sono così scomode.

Infine c'è da rilevare una bizzarria. La raccomandata si invia all'Agenzia delle Entrate, ufficio di Torino. La procedura online coinvolge sempre l'Agenzia. L'indirizzo PEC invece fa riferimento alla Rai, sede di Torino. A volte sembra che il digitale sia solo una facciata. Dietro le quinte la mentalità è quella (apparentemente) di sempre.