Canone RAI nella bolletta della luce per fare cassa e qualità

Il Governo sta pensando alla vecchia idea di accorpare il canone RAI alla bolletta della luce. L'aumento di risorse potrebbe consentire una virata di qualità, senza preoccuparsi di share e audience.

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a cura di Dario D'Elia

Il Governo Monti sta pensando di recuperare l'evasione del canone RAI legando l'abbonamento alla bolletta della luce. Come sosteneva domenica il Corriere della Sera, probabilmente è stato questo progetto a contribuire al rafforzamento della candidatura di Anna Maria Tarantola alla presidenza. Un recupero anche parziale di quei 500/600 milioni di euro annui evasi consentirebbe con un'adeguata politica di realizzare produzioni di qualità. Trasmissioni "da servizio pubblico" senza ansie da share, capaci di distinguersi rispetto alla TV privata. Insomma, il sogno è di imitare la BBC.

Il Presidente RAI Anna Maria Tarantola

Non è una strategia da kamikaze poiché ormai gli addetti ai lavori sostengono che la pubblicità punti sempre di più a un audience colto. In verità è un modo "gentile" per dire che vogliono un pubblico che possa spendere: quello di Sky appunto.

In ogni caso lo scoglio è rappresentato dall'odiato canone, che come tutti ben sanno è una tassa sul possesso della televisione. In Italia si è fatto di tutto negli anni per alimentare l'odio nei confronti del balzello, anche se è presente nella maggior parte dei paesi europei. Il problema forse è che da noi la TV di Stato ha perso un po' di smalto a causa di una dirigenza per lo più estranea al concetto di "Pubblico". Le differenze fra Rai, Mediaset e La7 dovrebbero essere più marcate, così come avviene oltreconfine. Probabilmente gli italiani sarebbero disposti anche a pagare per una RAI di qualità, ma a patto che la politica decida di farsi da parte.

Per quanto riguarda invece la sentenza del TAR di ieri (L'oscuramento dei programmi RAI su Sky è illegale), nelle sedi di Viale Mazzini si parla già di ricorso al giudice amministrativo. La dirigenza sostiene di stare applicando correttamente il vigente contratto di servizio che discende dalle linee guida emanate dall'AGCOM d'intesa con il ministero dello Sviluppo economico. Pertanto non si ritiene obbligatoria la cessione gratuita dei canali. Si vedrà. Intanto quello della BBC continua a essere un sogno.