Cardani dell'AGCOM: punire chi noleggia i server ai pirati dello streaming

Il presidente dell'AGCOM Cardani sostiene che le società che noleggiano i server alle organizzazioni pirata dovrebbero essere responsabilizzate.

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a cura di Dario D'Elia

Punire chi noleggia i server per lo streaming pirata. È questa la proposta del presidente dell'AGCOM, Angelo Marcello Cardani. Stamani in un'intervista rilasciata a Il Mattino, ha ammesso che l'azione anti-pirateria della scorsa settimana, che ha riguardato il "pezzotto", non risolve il problema alla radice. Si riescono a inibire velocemente i DNS impiegati dalle IPTV pirata, ma i criminali poi si rivolgono ad altri server "e il meccanismo ricomincia daccapo".

Insomma, la tecnologia a disposizione "ha migliorato tantissimo la capacità delle organizzazioni criminali di aggirare il sistema". E quindi come reagire? Secondo Cardani il Governo potrebbe studiare un nuovo approccio.

"Se il sistema del 'pezzotto' funziona è perché ci sono società che noleggiano i server a queste organizzazioni che trasmettono illegalmente film ed eventi sportivi", ha dichiarato Cardani. "Anche in questa impunibilità di chi fa materialmente transitare i dati sulla rete risiede il successo della pirateria". L'idea quindi potrebbe essere quella di colpire i gestori, in collaborazione con le autorità estere - perché i server spesso sono al di fuori dei confini italiani.

La prima obiezione potrebbe essere che i gestori non sono a conoscenza del traffico dati gestito, ma è pur vero che eventuali flussi anomali legati a contratti con entità di dubbia provenienza potrebbero far suonare l'allarme. Un conto è gestire migliaia di gigabyte di traffico per BBC, un altro è farlo per il Signor Mario Rossi di Strangolagalli.

"Sarebbe importante un maggior coinvolgimento dei fornitori di servizi di pagamento per bloccare gli introiti delle IPTV pirata", ha aggiunto il presidente dell'AGCOM. Di fatto l'approccio "follow the money" potrebbe ancora una volta dimostrarsi vincente.

Sulle pene per gli utenti finali Cardani è dubbioso. A suo parere "potrebbero servire" ma educazione e informazione sulla percezione del reato dovrebbero diventare una priorità, anche perché si parla di un business gestito da vere e proprie organizzazioni criminali non singoli smanettoni mossi da spirito altruista.