Care Apple, Microsoft e Adobe ora ci giustificate i listini

Il Governo australiano ha convocato i massimi dirigenti di Apple, Microsoft e Adobe per fare chiarezza sui rispettivi listini. Inspiegabile il motivo per cui i prezzi si discostino così tanto dal mercato statunitense. La stessa cosa potrebbe valere per Europa e Italia.

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a cura di Dario D'Elia

Il Governo australiano vuole scoprire per quale motivo Apple, Microsoft e Adobe facciano pagare le loro applicazioni cosi tanto. Un comitato parlamentare ha avviato un'indagine sui listini e convocato i massimi dirigenti dei rispettivi colossi IT per fare chiarezza.

Nessuno si spiega per quale motivo, sebbene il dollaro australiano si mantenga al di sopra di quello statunitense, "l'importazione" software rimanga così cara. Le associazioni dei consumatori sostengono non a caso che il valore della valuta non venga assolutamente preso in considerazione.

Un vecchio Apple Price Index di qualche anno fa

"Il Comitato sta analizzato l'impatto dei prezzi imposti ai consumatori australiani per i prodotti IT - i consumatori australiani spesso pagano di più per hardware e software delle persone negli altri paesi", riporta la nota ufficiale, che anticipa l'incontro programmato con le aziende per il 22 marzo.

I portavoce di Microsoft, Apple e Adobe hanno preferito non commentare per ora. "Si tratta probabilmente delle prima volta al mondo che queste aziende IT vengono convocate dal Parlamento Australiano per spiegare perché i prezzi dei loro prodotti sono così alti in Australia rispetto agli Stati Uniti", ha commentato Ed Husic, esponente del Labor Party presso la House of Representatives.

Fino ad ora le aziende si sono giustificate tirando in ballo gli alti salari locali e i costi produttivi. Già, peccato che anche in Australia i colossi statunitensi adottino le stesse tecniche di elusione fiscale europee che permettono di pagare il minimo all'Erario.

Anche in Europa e Italia sarebbe interessante scoprire per quale motivo un prodotto software (o hardware) sviluppato negli Stati Uniti passi da 100 dollari di listino a 100 euro quando al cambio sarebbero solo 74 euro. Un +17% sembra davvero troppo e ingiustificato. Per la distribuzione (spesso) immateriale.

Aggiornamento. Proprio poche ore fa Adobe ha stranamente abbassato il prezzo il listino del suo abbonamento al servizio Creative Cloud da 63 a 53 dollari australiani. Adesso la differenza al cambio con gli Stati Uniti è di un solo dollaro...