Carie che si curano senza trapano, la ricerca promette bene

Un giorno le carie potrebbero curarsi da sole, senza bisogno delle otturazioni: ecco una ricerca che fa ben sperare.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Quella del dentista è una poltrona su cui a nessuno piace accomodarsi, ma in caso di carie è l'unica sulla quale possiamo ricevere le cure necessarie. Un giorno questa affermazione potrebbe diventare acqua passata, grazie a una ricerca condotta da un gruppo di scienziati del King's College di Londra, pubblicata sulla rivista scientifica Scientific Reports.

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In sostanza i ricercatori hanno scoperto un effetto collaterale benevolo del Tideglusib, una molecola testata negli studi clinici contro l'Alzheimer, che ha anche la capacità di stimolare le cellule staminali contenute nella polpa del dente migliorando la sua capacità di auto ripararsi, con il risultato di ridurre eventualmente la necessità di otturazioni.

Paul Sharpe, autore principale dello studio, ha sottolineato che "la semplicità del nostro approccio lo rende ideale come prodotto clinico per il trattamento naturale delle grandi carie, fornendo sia la protezione della polpa che il ripristino della dentina".

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Foto: © Bastetamon / Depositphotos

Quello che accade è noto: quando un dente viene danneggiato da eventi come traumi o carie, la polpa al centro può restare esposta, aumentando il rischio di infezione. I nostri denti sviluppano autonomamente un sottile strato di dentina - tessuto calcificato duro che costituisce la porzione maggiore dei denti - che aiuta a bloccare l'infiltrazione di materiale dall'esterno verso l'interno. Questo processo tuttavia non è sufficiente per bloccare le infiltrazioni causate dalle grandi carie, ecco perché il dentista deve intervenire pulendo il canale e chiudendolo con otturazioni artificiali.

Una soluzione ampiamente adottata, che però non è l'ideale, perché come spiega Sharpe "Il dente è un tessuto vivo con una propria fisiologia, e con l'otturazione si va a sostituire il tessuto vivo con cemento inerte [...] sarebbe meglio se il dente si riparasse ripristinandone tutta la vitalità".

Ed è quello che prospetta la nuova tecnica: Sharpe e il suo gruppo di ricerca hanno scoperto che impiegando il Tideglusib si stimolano le cellule staminali all'interno del dente in modo da ottenere una produzione di dentina maggiore del solito, tanto da rigenerare l'intera struttura senza bisogno di sostanze estranee. In altre parole, senza otturazioni.

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Foto: © SIphotography / Depositphotos

Negli esperimenti con i topi i ricercatori britannici hanno impiegato spugne di collagene biodegradabili impregnate di molecole di Tideglusib e le hanno applicate sui denti danneggiati delle cavie. Dopo diverse settimane hanno constatato che la spugna di collagene si era degradata, e che al tempo stesso i denti avevano prodotto abbastanza dentina da colmare la rottura.

Il processo a cui hanno assistito ha portato un risultato molto simile a un'otturazione, senza bisogno di un riempitivo artificiale. Un aspetto non indifferente perché consente di mantenere i denti sani nel lungo periodo.

Se state già saltando di gioia però fermatevi: la tecnica finora è stata testata solo nei topi, e la strada per replicarla su larga scala con pazienti umani è lunga, anche perché bisognerà verificare che effettivamente si ottenga lo stesso effetto benefico rilevato con i topi.

Però, come ha sottolineato Sharpe, "usare un farmaco già ampiamente testato negli studi clinici per il morbo di Alzheimer consente di procedere rapidamente". Non solo: stando alle fonti si tratta di un trattamento accessibile e poco costoso, che non guasta. Morale: ci vorrà ancora del tempo prima di non dover più ricorrere a trapano e otturazioni per curare le carie, ma grazie a questa e a molte altre ricerche l'igiene orale in prospettiva futura potrebbe diventare meno orribile.