Caro Parlamento, ricordati dei soldi per la banda larga

Altroconsumo ha recapitato una lettera al Parlamento per favorire il sostegno economico allo sviluppo della banda larga e del digitale. Nei prossimi giorni sarà approvata la Legge di Stabilità che contiene nella bozza del maxi-emendamento una voce dedicata all'argomento.

Avatar di Dario D'Elia

a cura di Dario D'Elia

Altroconsumo, con una lettera al Parlamento, ha deciso di farsi promotore di una serie di misure anticrisi, fra cui il progetto di sviluppo della banda larga. La crisi politica di queste settimane e quella economica richiedono un intervento immediato.

"Nell'imminenza del dibattito parlamentare sulle misure necessarie a risollevare il nostro Paese dalla grave crisi economica e finanziaria e per dare una risposta credibile ai mercati, Altroconsumo si rivolge a tutte le forze politiche di maggioranza e opposizione, senza alcuna distinzione di sorta, perché vengano prese in seria considerazione alcune, a nostro avviso, fondamentali proposte", si legge nella lettera.

Vogliamo la banda larga!

Le proposte sono tre, e riguardano nello specifico lo sviluppo digitale, misure per la concorrenza e liberalizzazione, ed equità fiscale. Lasciando da parte per un attimo gli argomenti che esulano dalla nostra area di competenza (potete approfondire qui), è certamente la questione banda larga quello che ci preme evidenziare. 

"L'aumento della penetrazione della banda larga può comportare una crescita considerevole del PIL. L'Europa del futuro sarà sempre più digitale, l'Italia è indietro e non può perdere il passo", sostiene Altroconsumo. "Nell'immediato dobbiamo affrontare la crisi, ma questo non ci deve fare abbandonare il progetto di creare le condizioni per uno sviluppo sostenibile nel medio-lungo termine". 

Caro Parlamento italiano - Clicca per ingrandire

Insomma, come sostengono da tempo molti addetti ai lavori ed esperti del settore "digitale e banda larga" rappresentano un investimento più che strategico per il futuro del paese

"L'accesso a Internet a banda larga, oltre a essere considerato un servizio universale, deve essere inteso anche come bene comune, al mantenimento e allo sviluppo tecnologico del quale tutti gli operatori dovranno contribuire", continua il documento. "Occorre creare la società della Rete sostenuta anche da fondi della Cassa depositi e Prestiti e lanciare un grande e ambizioso progetto di passaggio da una rete oggi in rame a una in fibra ottica".

Non c'è più tempo da perdere, è chiaro. Bisogna spingere l'acceleratore sullo sviluppo, favorire la competizione, potenziare gli strumenti e la capacità di intervento delle istituzioni di Garanzia e infine intervenire sui conflitti di interessi. Forse è chiedere troppo alla prossima Legge di Stabilità e al suo maxi-emendamento, ma confermare almeno i fondi per la società della Rete sarebbe di buon auspicio. Per altro nella bozza, fino a pochi giorni fa, sembrava confermata una voce intitolata "Progetto strategico nazionale per la banda larga e ultralarga".