Caso Huawei, la Procura USA ammette di aver spiato l'azienda nel rispetto della legge

Il caso del manager Meng Wanzho si complica: la Procura USA ammette di aver spiato Huawei nel rispetto dello U.S. Foreign Intelligence Surveillance Act.

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a cura di Dario D'Elia

Le autorità statunitensi hanno spiato Huawei sfruttando lo U.S. Foreign Intelligence Surveillance Act (FISA), che consente attività di sorveglianza fisica ed elettronica nei confronti di potenze straniere o sospettati di spionaggio o terrorismo. L'attività, stando a quanto riporta Reuters, è avvenuta in relazione all'indagine che riguarda la manager di Huawei Meng Wanzhou e il presunto aggiramento delle sanzioni economiche imposte all’Iran con il coinvolgimento di banche statunitensi e dell'azienda Skycom – fino a diversi anni fa nell'orbita del colosso cinese.

L'attività di spionaggio statunitense è stata confermata dall'Assistente Procuratore Alex Solomon, che ieri durante un'udienza presso la Corte di Brooklyn che si sta occupando del caso ha richiesto il riservato per alcune prove nel rispetto del FISA. Non sono stati forniti ulteriori dettagli ma il procuratore ha dichiarato che ha intenzione di usare informazioni "ottenute o derivate da sorveglianza elettronica o ricerca fisica".

Brian Frey, un ex procuratore federale che non è coinvolto nel caso Huawei, ha spiegato a Reuters che per la sorveglianza FISA vi è bisogno del mandato di un tribunale speciale e normalmente questo avviene solo in casi di presunto spionaggio.

"La ragione per cui in genere ottengono la sorveglianza attraverso un tribunale FISA è quando si sospetta che qualcuno possa spiare per conto di una potenza straniera", ha assicurato Frey.

La vicenda che vede protagonista Meng Wanzhou è complessa e riguarda più temi: si va dal presunto furto di segreti industriali, all'ostacolo alla giustizia e evasione delle sanzioni economiche imposte all’Iran. Per quanto riguarda Skycom, Huawei e Wanzhou sono accusate di aver defraudato  HSBC Holdings e alter banche mascherando i reali rapporti con Skycom – che avrebbe poi venduto apparecchiature tecnologiche e servizi all'Iran sfruttando il sistema bancario internazionale.

Huawei per ora non ha rilasciato alcun commento.