CD al tramonto? Le grandi catene non li vogliono più

Anche l'era dei compact disc si sta avviando alla fine? Sembrerebbe di sì, almeno a giudicare dalle grandi catene come Best Buy e Target: la prima ha deciso che non li venderà più, la seconda vorrebbe pagare alle major solo quelli che vende realmente.

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a cura di Alessandro Crea

Siamo alle soglie di un nuovo cambiamento epocale, i supporti ottici per la musica stanno per tramontare definitivamente? Le prime avvisaglie vengono dagli Stati Uniti: secondo Billboard infatti Una delle più grandi catene commerciali del Paese, Best Buy, avrebbe comunicato alle major l'intenzione di non vendere più CD nei suoi negozi a partire dal prossimo primo luglio.

Un segnale limpido che potrebbe presto essere rafforzato dalle decisioni di altri colossi del settore. Target ad esempio avrebbe chiesto invece, per continuare a commercializzare i compact disc, di passare alla modalità conto vendita, pagando cioè alle major solo quelli che vende realmente, in modo che siano le case di produzione ad accollarsi i rischi dell'invenduto.

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Del resto a certificare questa tendenza ci sono i numeri. Già da anni le vendite dei CD sono in costante calo, ma se tra il 2004 e il 2011 il declino è stato lento, lo scorso anno nei soli USA le vendite sono diminuite del 18,5% e secondo alcune fonti il business dei CD rappresenterebbe ormai una voce da appena 40 milioni di dollari annui. Ovviamente questo non significa che le major siano sul lastrico ma solo che i supporti fisici non vendono più come un tempo.

Le perdite provocate dal calo delle vendite infatti sono grosso modo controbilanciate dai guadagni ottenuti con lo streaming, che in questi stessi anni ha registrato un boom di utenti. Al tempo stesso la colpa non è da imputarsi nemmeno alla pirateria e allo streaming illegale, visto che secondo le statistiche dell'International Federation of the Phonographic Industry (IFPI), in alcuni paesi il numero di internauti under 30 che scarica musica illegalmente già nel 2016 era sceso di oltre il 60% rispetto al 2009.

La diminuzione delle vendite quindi andrebbe imputata a un semplice e inevitabile cambiamento "culturale" nei gusti dei consumatori, che a quanto pare non sono più legati emotivamente al supporto fisico e alla fruizione "in ordine" dei brani, ma sono ormai abituati alla maggior libertà offerta dalla musica liquida.  

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"L'intrattenimento è stato e continua a essere una parte importante dell'offerta di Target" ha affermato l'azienda in una nota. "Siamo impegnati nel lavorare a stretto contatto con i nostri partner per offrire sempre gli ultimi titoli cinematografici e musicali, assieme a contenuti esclusivi, ai nostri clienti. I cambiamenti che stiamo valutando per il nostro modello operativo, che conferma i nostri continui investimenti nel settore dell'entertainment, riflettono modifiche più ampie e profonde in atto nei comportamenti e nelle abitudini del mercato e dei consumatori".

Insomma sicuramente vedremo e utilizzeremo i CD ancora per diversi anni, ma qualcosa è in atto e un'era si sta sicuramente concludendo. Una strana coincidenza pensando che l'uomo che li rese possibili, Heitaro Nakajima, ci ha lasciati lo scorso dicembre.


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