C'è del marcio in Danimarca, e si chiama Intel

Intel è stata sanzionata dal governo danese, per aver tentato di eludere il sistema fiscale del paese.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Secondo il fisco danese, Intel avrebbe tentato di evadere le tasse, ricorrendo ad un "trucco" piuttosto ingegnoso.

Il produttore di microprocessori avrebbe, ma il condizionale è d'obbligo, aggirato il pagamento delle tasse vendendo prodotti a sé stessa, sottocosto. Una soluzione che la legge danese proibisce, proprio perché altro non è che un espediente per pagare meno tasse, in quanto si dichiarano guadagni inferiori a quelli reali.

Il fisco danese, tuttavia, permette alle aziende di commerciare con sé stesse o con società controllate, ma obbliga a farlo a costi di mercato.

Intel comprè la danese Giga nel 2000 per 1,7 miliardi di dollari, e poi né trasferì le proprietà intellettuali, nel 2002, ad una sua affiliata, per meno di 400 milioni di dollari, e dichiarando le relative cifre al fisco danese.

Pagare o non pagare, questo è il dilemma ...

Secondo Copenaghen, però, Intel ha giocato sporco, e la transazione valeva molto più di quanto pagato, e per di più Intel avrebbe passato a Giga più denaro di quanto dichiarato.

I conti fiscali di Intel, quindi, sono stati rifatti, nel 2007, e adesso chiede all'azienda che sia pagato il dovuto, più interessi e sanzioni. Un bel conto, più di 640 milioni di dollari, che certo non sono spiccioli, nemmeno per una delle aziende più importanti del mondo.

Rappresentanti dell'azienda hanno fatto sapere che Intel sta collaborando con le autorità danesi, senza aggiungere altro.