Cesare Cacitti e Shubham Banerjee hanno 15 e 13 anni e i giornali parlano spesso di loro. Il primo vive a Dueville, in Veneto, e frequenta il Liceo scientifico GB Quadri a Vicenza. I lettori di Tom's Hardware lo conoscono dall'anno scorso. Shubham è nato in Belgio da genitori di origine indiana, vive a Santa Clara, in California, e frequenta la Champion School di San Jose. I due ragazzi non si conoscono ma hanno molte cose in comune. Cesare è già un esperto di stampanti 3D, le progetta e costruisce con maestria. Il suo sogno è arrivare a produrne una a basso costo. Anche Shubham si occupa di stampanti. Ha fondato una società per realizzare stampanti per i non vedenti, a caratteri Braille.
Cesare e Shubham sembrano essere stati separati alla nascita (a parte i due anni d'età di differenza): molti imprenditori guardano con attenzione al percorso del teenager italiano, mentre sul ragazzo californiano ha già puntato il colosso Intel. I giornali statunitensi scrivono che il numero uno mondiale dei semiconduttori ha già investito centinaia di migliaia di dollari (quanti non è dato sapere) nella startup Braigo Labs fondata da Shubham.
Cesare Cacitti e Shubham Banerjee
Il giovanissimo indo-belga-americano è sicuramente più fortunato, perché in California ci sono i Venture Capitalist che invece scarseggiano in Italia, ma non è questo il punto. E il tema non è neppure quello degli enfant prodige, che ci sono sempre stati e sempre ci saranno. Cesare Cacitti e Shubham Banerjee rappresentano invece la punta avanzata di un fenomeno sociale e tecnologico ormai dirompente.
Il movimento dei maker non è folklore e si propone con maturità sulla scena economica planetaria. I Fab-Lab si moltiplicano, molti progetti diventano prodotti reali, concreti, fisici, che prima sondano il mercato e poi lo conquistano. E se non si fanno vivi i Venture Capitalist, c'è il crowdfunding che sopperisce. Certo, nessuno deve illudersi che sia tutto sia facile e che il successo sia sempre e comunque garantito.
Cesare Cacitti e Shubham Banerjee sono ancora giovani è hanno tempo a disposizione, se non si perdono per strada, non si fanno disorientare dal clamore mediatico e investono nella loro formazione culturale e scolastica. Da quello che dichiarano, sembrano ben incamminati. Cesare studia al liceo, suona il pianoforte e pensa all'Università. Anche Shubham dice che "da grande voglio fare l'ingegneria nel settore medicale e voglio finire l'università".
Piccoli maker crescono. E bene.