La moda è una macchina del tempo. E il direttore creativo di Chanel, Karl Lagerfeld, ieri alla Paris Fashion Week l'ha ribadito con una collezione Primavera-Estate 2017 che strizza l'occhio alla febbre digitale dei primi anni '90.Il tema era "Data Center Chanel". Le modelle hanno sfilato fra grandi apparati server con cavetteria pastello in bella esposizione. Lagerfeld ha parlato di un esercizio di "intima tecnologia".
"Noi dipendiamo da essa. Immaginate la vostra vita senza un cellulare e il prossimo passo saranno l'intelligenza artificiale e i robot", ha spiegato a Reuters TV. E come sopravvivere o comunque adattarsi a questo cambiamento? Forse valorizzandoci con l'unicità a cui contribuisce lo stile.
"La moda passa, lo stile resta", diceva Coco Chanel. Ed è un viaggio nel passato rivedere classiche giacche tweed, ma con effetto pixel. Cappotti dal taglio morbido anni '90 ma con tessuti che ricordano le matrici LCD.
Due modelle indossavano maschere, guanti e parastinchi che ricordavano gli Stormtrooper di Star Wars. In verità nel gioco delle citazioni poteva rientrarci anche un omaggio ai Daft Punk, la band francese che ha resuscitato l'electro, sposato lo stile estetico cyber-retrò anni '80 e giocato con le atmosfere oniriche - sapientemente ricostruite da Michel Gondry nel video di "Around the world".
La borsetta robottino diventerà probabilmente un cult, con la sua circuiteria brillante e il marchio in bella vista. Così come i cappellini accomodati di lato alla "Fresh Prince of Bel Air" e la future bag a LED.
Suddenly this version of the @chanel logo makes a whole lot of sense. #DataCenterChanel pic.twitter.com/kl5QL9dkvU
-- Adam Tschorn (@ARTschorn) 4 ottobre 2016
È retrò piuttosto che futuristico? Difficile rispondere. In fondo anche la colonna sonora della sfilata "I Feel Love" di Donna Summer (remixata) era uno sguardo nel futuro di Giorgio Moroder. Ecco il senso della macchina del tempo di Lagerfeld e Chanel. E poi non diciamo che la moda è futilità.