Circuiti che si auto-riparano, ma il T-1000 è ancora lontano

Microcapsule colme di liquido metallico, poste sopra i circuiti elettronici, potrebbero consentire l'auto-riparazione immediata in caso di fratture. Il sistema, elaborato dall'Università dell'Illinois, è sicuramente interessante, ma non privo di limiti.

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a cura di Manolo De Agostini

Circuiti elettronici che si auto-riparano in modo rapidissimo, tanto che non ci si accorge che c'è stato un problema. Un team d'ingegneri dell'Università dell'Illinois ha sviluppato un sistema di "auto-guarigione" che ripristina la conducibilità elettrica di un circuito rotto in pochi microsecondi.

A elaborare questo sistema sono stati il professore d'ingegneria aerospaziale Scott White, la professoressa di scienza dei materiali e ingegneria Nancy Sottos e Jeffrey Moore, professore di chimica. Il tutto è molto semplice. Gli ingegneri hanno collocato un gruppo di microcapsule piene di liquido metallico (una lega di indio e gallio) da 10 micron (0,01 mm) lungo tutta l'estensione del circuito.

Se il circuito si rompe in qualche punto, lo stesso accade alle microcapsule (il 90% delle volte, la tecnologia è ancora in sviluppo). Il liquido interno fuoriesce e va a riempire la frattura sul circuito, ripristinandone la conducibilità fino al 99%. Tutto ciò funziona anche su circuiti stampati a più strati, come le schede madre dei nostri computer. Al momento non ci sono notizie su sperimentazioni nel campo della robotica. Niente T-1000 in arrivo, ragazzi.

Si tratta in primo luogo di un'interessante soluzione per il settore aerospaziale, in cui le rotture dovute a forti sollecitazioni e all'uso di materiale elettronico in ambienti estremi possono accadere con maggiore probabilità. Tuttavia in un lontano futuro questa tecnologia potrebbe far parte di molti oggetti comuni.

Pensate ai dispositivi portatili, come gli smartphone, sempre più ermetici e integrati. Non sono insolite rotture dei circuiti interni per cadute o usi poco consoni. Le microcapsule potrebbero aiutare a risolvere i problemi immediatamente. L'uso di questo sistema potrebbe avere un interessante risvolto anche sull'inquinamento: meno prodotti rotti, meno spazzatura elettronica.

Il problema di tutto questo è però che può funzionare una volta sola. Le microcapsule non possono essere "riempite" nuovamente per affrontare future rotture. Perciò si tratta di un metodo d'intervento interessante, sicuramente utile, ma non definitivo. Chi lavora in un centro di riparazione tiri pure un sospiro di sollievo.