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a cura di Dario D'Elia

La nuova legge sulla class action (azione collettiva) ieri ha ottenuto l'approvazione dalla Camera, con 365 voti favorevoli e 103 astenuti. Si tratta davvero di una svolta perché quella precedente, licenziata tre anni fa, ha mostrato diverse criticità che ne hanno depotenziato l'impatto.

Ad ogni modo bisognerà attendere il voto del Senato per il sì definitivo, ma su questo fronte c'è fiducia poiché il voto di ieri ha registrato il sostegno di M5S, Lega, PD e LEU con l'astensione di Forza Italia e Fratelli d'Italia.

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Le novità sostanziali sono tre. La prima è che si potrà ottenere un risarcimento anche se non si partecipa alla causa. Oggi l'ordinamento prevede che una volta ottenuta l'ammissibilità si rispetti un periodo finestra per coinvolgere i consumatori e dopo la sentenza non sia possibile più aderire. La nuova legge invece estende fino a 150 giorni dopo la sentenza il periodo finestra e l'eventuale risarcimento.

La seconda è che è stata ampliata la categoria di attori che potranno proporre un'azione collettiva. Oggi è regolata dal Codice dei Consumatori (articolo 140-bis) e quindi si possono coinvolgere solo i cittadini che hanno subito un danno. Domani con il passaggio al Codice Civile anche le imprese potranno aderire.

La terza è che grazie all'introduzione della figura del coordinatore delle domande di liquidazione i risarcimenti saranno più veloci e verranno azzerati gli attuali passaggi burocratici.

In sede di commissione è stata scartata l'ipotesi della retroattività, quindi le nuove regole varranno solo a partire dall'approvazione della legge senza la possibilità di tirare in ballo casi che risalgono ad anni prima. Quindi, operatori TLC salvi... verrebbe da pensare, ma abbiate fede difficilmente diventeranno più buoni nel tempo.