Collisione spaziale, la Terra è salva (dalla bufala)

Ad agosto la Terra sarà scossa da terremoti e tsunami di potenza inaudita a causa della collisione con un pianeta? Ecco perché, scientificamente parlando, potete dormire sonni tranquilli.

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a cura di Antonio D'Isanto

C'è un limite ben definito tra il fare corretta informazione scientifica e il diffondere false notizie che di scientifico non hanno nulla. Un limite che non andrebbe mai varcato, innanzitutto perché chi si occupa di divulgazione scientifica non può permetterselo, data la delicatezza della materia.

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Foto. © I g0rZh / Depositphotos

Dall'altra perché si rischia di scatenare allarmismi infondati e persino isterismi di massa. Agganciandoci alla storia basti pensare a quanto accadde negli Stati Uniti quando Orson Welles interpretò lo sbarco alieno in uno sceneggiato radiofonico trasmesso dalla CBS il 30 ottobre 1938. Oggi siamo in altri tempi, ma sapete meglio di me quanto sia semplice che una notizia, una volta in rete, diventi virale e la tendenza di molte persone è quella di credere a qualunque cosa vi si legga, senza purtroppo accertarsi delle fonti e se la notizia stessa risulti essere in qualche modo realistica oppure no.

È questo il caso di una notizia pubblicata due giorni fa dagli inglesi Sun e Daily Star riguardo un prossimo impatto della Terra con un pianeta proveniente da un altro sistema planetario, per la precisione il prossimo agosto. La notizia cita come fonte tale ricercatore David Meades e tra ieri e oggi è stata ribattuta da diversi organi di informazione in Italia, peraltro con diffusione nazionale, i quali sono cascati nello stesso errore: non verificare non soltanto la fonte, ma anche il senso di ciò che stavano andando a pubblicare, con un minimo di spirito critico.

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Tra l'altro mi sono serviti cinque minuti per verificare su alcuni dei principali motori di ricerca di pubblicazioni scientifiche (ADS, arXiv, Spires, Google Scholar) che non esistono pubblicazioni a firma del signor Meades, chiunque egli sia. Posso capire che una notizia del genere vi avrà fatto sorridere già dal titolo, ancor più quando si rincara la dose prevedendo catastrofici tsunami e incredibili terremoti. Però facciamo finta di crederci anche solo per un momento, e facciamo un gioco.

Voglio dimostrarvi quanto è facile smontare pezzo per pezzo una teoria del genere.

Di pianeti vaganti, espulsi dai loro sistemi stellari, è molto probabile che ne esistano davvero. Ci sono diverse teorie secondo le quali, in alcune fasi dell'evoluzione di un sistema planetario, uno o più pianeti possano essere espulsi dal sistema stesso a causa di effetti gravitazionali.

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Ricordate War of the Worlds? Questa immagine ne ritrae una copia in vinile. Crediti: PhantomS

Come anche è vero che rilevare un pianeta - tanto per fare un esempio - ai confini estremi del Sistema Solare non è semplice, tanto che Nettuno e Plutone sono stati scoperti solo grazie alle perturbazioni che causavano sulle orbite dei pianeti più interni. Tuttavia bisogna tener presente sia che questi effetti sono davvero minimi, sia che in ogni caso un pianeta è un oggetto relativamente grande.

Così proviamo a distinguere due casi. Se il suddetto pianeta si trovasse già così all'interno del Sistema Solare da generare effetti consistenti sulle orbite dei nostri pianeti, è praticamente impossibile che nessuno si sia accorto di niente. Viceversa, se fosse così lontano da generare un effetto ancora non consistente e percepibile, allora non ci sarebbe modo di arrivare a un impatto entro agosto, perché dovrebbe attraversare indisturbato (e non è detto che ci riesca) l'intero sistema. Parliamo di una distanza di 30 unità astronomiche, se prendiamo come punto di riferimento la fascia di Kuiper. Moltiplicate questo valore per 150 milioni e avrete la distanza in km. Per compiere lo stesso tragitto le comete impiegano anni, o meglio decenni, giusto per darvi un riferimento.

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Scena tratta dal film 2012

A questo punto immagino che alcuni di voi saranno già caduti dalla sedia per le risate, ma la parte più bella deve ancora venire. Perché nella fantomatica tesi si parla di effetti su vulcani e terremoti già percepibili e di cambiamenti climatici a causa del "collegamento elettromagnetico plasmatico" dei pianeti. Ora, io non voglio denigrare il lavoro di nessuno, ma quando si scrive un articolo scientifico bisognerebbe anche accertarsi di capire, almeno per sommi capi, quello che si sta scrivendo.

Il plasma non è altro che il cosiddetto quarto stato della materia, un misto di gas accoppiato a un campo elettromagnetico, molto diffuso nel mezzo interstellare e dotato di specifiche proprietà. Tuttavia i campi e le interazioni elettromagnetiche si propagano con effetti percepibili su distanze relativamente brevi e la Fisica ci dice che nello Spazio, su grandi distanze, la forza che domina è una e una soltanto: quella di gravità.

Non c'è modo alcuno per cui un pianeta, posto eventualmente a qualche unità astronomica di distanza, possa avere una influenza di tipo elettromagnetico sulla Terra.

Potrebbe averla invece se fosse molto, molto vicino, a causa di effetti però imputabili sempre alla sua forza di gravità, o al suo campo magnetico, semmai ne avesse uno. Effetti che vengono detti, di norma, di tipo mareale. Per intenderci è proprio quello che fa la Luna, dando vita al fenomeno delle maree.

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Foto: © endhals / Depositphotos

Perciò, per concludere, vi invito a stare tranquilli. Non c'è alcun pianeta in rotta di collisione con la Terra e non c'è alcun bisogno di preparare la vostra astronave di servizio per cercare rifugio altrove. Ma soprattutto, in un mondo che ha già tanti problemi, non c'è davvero bisogno di questi falsi allarmismi, che non fanno altro che confondere le idee.

Antonio D'Isanto è dottorando in astronomia presso l'Heidelberg Institute for Theoretical Studies in Germania. La sua attività di ricerca si basa sulla cosiddetta astroinformatica, ovvero l'applicazione di tecnologie e metodologie informatiche per la risoluzione di problemi complessi nel campo della ricerca astrofisica. Si occupa inoltre di reti neurali, deep learning e tecnologie di intelligenza artificiale ed ha un forte interesse per la divulgazione scientifica. Da sempre appassionato di sport, è cintura nera 2°dan di Taekwondo, oltre che di lettura, cinema e tecnologia. Siamo felici di annunciarvi che collabora con Tom's Hardware per la produzione di contenuti scientifici.


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