Command queuing: mettiamo il turbo agli hard disk SATA

Diventa sempre più difficile incrementare le prestazioni degli hard disk, per questo i produttori richiedono l'aiuto del command queuing. Abbiamo cercato di capire se questa tecnologia è solo una nuova parolona per cercare di dare una scossa al mercato, o se in realtà si tratta di un vero aumento prestazionale, a disposizione dei nuovi hard disk SATA.

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a cura di Patrick Schmid

Può il command queuing mettere il turbo agli Hard Disk SATA?

Può la Coda Di Comandi mettere il turbo agli Hard Disk SATA?

Le basi delle leggi della fisica dimostrano che non esiste più alcun margine di miglioramento delle prestazioni per gli hard disk: i limiti di movimento dell'azionatore, importantissimo per quanto riguarda i tempi di accesso e le prestazioni di I/O, sono già stati raggiunti e le velocità di rotazione e di trasferimento dati non possono essere aumentate in eterno. Ma non temete: anche se per ora è solo teoria, il command queuing dovrebbe rappresentare la nuova strada su cui indirizzarci, per ottenere nuove efficaci modalità di analisi in tempo reale dei comandi per gli hard disk.

Il command queuing si può anche applicare ad ambienti multi-thread, sempre più utilizzati dalle applicazioni moderne. Perché? Visto che i thread sono nati per poter essere eseguiti in parallelo, gli hard disk possono ricevere vari comandi simultaneamente.

In questo modo, l'introduzione del command queuing rappresenta la nuova frontiera del mondo storage, così da ottenere un incremento delle capacità di gestione delle richieste di accessi casuali da parte delle applicazioni multi-thread.

Questa tecnologia non è poi così nuova, infatti è già stata largamente utilizzata nel mondo SCSI, ed ora viene applicata anche a quello SATA.