Commissario AGCOM: basta con il saccheggio online

Il commissario AGCOM Stefano Mannoni è convinto che la nuova normativa per il copyright sia giusta. Le critiche sono insensate; l'industria di settore non può continuare a essere derubata

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a cura di Dario D'Elia

Il commissario AGCOM Stefano Mannoni è convinto che le durissime critiche nei confronti della nuova normativa sul copyright siano ingiustificate. " Quello sul diritto d'autore è un procedimento amministrativo e non una campagna elettorale per conquistare consensi nella rete", ha confermato nell'intervista con Daniele Lepido del Sole 24 Ore.

"La dialettica tra interessi, visioni, lobbies è il sale della democrazia e la sostanza della regolazione. Non ci sono buoni e cattivi: solo ragioni prevalenti. Nel caso del copyright hanno ragioni da vendere tutti gli operatori dell'industria che si sono stufati di essere lasciati alla mercé di una pirateria dilagante che erode le loro risorse. Lo Stato deve tutelarli con efficacia, perché chi paga le imposte e rispetta la legge ha diritto ad essere salvaguardato. Lo Stato nasce nel 6oo per proteggere la libertà e la proprietà. Siamo all'abc!".

Il Pensatore

Mannoni non è un tecnico, ma un intellettuale nonché ordinario di storia delle costituzioni moderne presso l'Università di Firenze. La sua visione quindi è espressione di attente valutazioni sul concetto di "diritto di copyright". 

In un recente articolo co-firmato con il Commissario Antonio Martusciello, apparso su Milano a Finanza, Mannoni sostiene che confondere la gratuità offerta dal Web con la Democrazia è un errore grossolano. "Provate a spiegare ai video-noleggiatori o alle schiere di lavoratori dell'industria dei contenuti che il sostentamento delle loro famiglie è sacrificabile sull'altare del diritto al libero saccheggio delle opere di ingegno o artistiche", scrivono i due Commissari AGCOM.

Insomma, Mannoni è uno strenuo difensore di questo diritto ed è anche pienamente convinto che l'AGCOM detenga il potere regolamentare di intervenire e che "abbia atteso troppo per decidersi ad esercitarlo". Insomma è sua opinione che "la riserva di legge sia pienamente rispettata".

A mio parere, ma anche leggendo gli interventi degli specialisti del settore come Juan Carlos De Martin (Censura online italiana: ecco gli errori dell'AGCOM), forse è proprio quest'ultimo il nodo della questione. Anche mettendo da parte per un attimo l'intero dibattito sul concetto di copyright (che ovviamente non può che essere soggetto all'evoluzione dei tempi), stona la leggerezza con cui si sbriga la pratica del perimetro operativo dell'AGCOM.

Non è chiaro per quale motivo sia legittimo scomodare l'arsenale intellettuale per far emergere il valore del diritto di copyright, e poi far finta di nulla quando si solleva il tema delle competenze giuridiche del Garante.