Commissione UE: basta con la vecchia legge sul copyright

Il vice presidente della Commissione UE per l'Agenda Digitale Neelie Kroes ha spiegato al 2012 Intellectual Property and Innovation Summit che è giunto il momento di cambiare la legge sul copyright. C'è bisogno di una soluzione unica a livello comunitario.

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a cura di Dario D'Elia

La legge europea sul copyright va riformata perché l'era digitale ha rimesso in discussione gli equilibri fra i diritti dei consumatori e dei detentori di copyright. Il vice presidente della Commissione UE per l'Agenda Digitale Neelie Kroes ieri ha gettato il sasso nello stagno. Durante il suo intervento al 2012 Intellectual Property and Innovation Summit ha parlato di una riforma inevitabile.

D'altronde la Direttiva sul Copyright risale al 2001 e si basa su proposte del 1998 - quando Mark Zuckerberg aveva 14 anni, YouTube non esisteva e l'ascolto musicale avveniva solo tramite CD o musicassetta. Non meno importante il fatto che il copyright oggi ha implicazioni anche nel campo della ricerca scientifica, dove la sola manipolazione dei dati può portare a nuove scoperte. Si pensi ad esempio ai progetti correlati al genoma umano.

Neelie Kroes

"Ed ecco la novità più importante dal 1998. A quel tempo, la creazione e la distribuzione erano nelle mani di pochi. Oggi sono nelle mani di tutti: democratizzare l'innovazione consente alle persone di generare e scambiare idee, sostenere e stimolare una creatività enorme", ha sottolineato Neelie Kroes.

"E ora ricordiamoci quali dovrebbero essere i nostri obiettivi in qualità di politici per il settore creativo. Dovremmo aiutare gli artisti che vivono della loro arte. Stimolare la creatività e l'innovazione. Migliorare la scelta dei consumatori. Promuovere il nostro patrimonio culturale. E aiutare la crescita economica del settore".

Ecco quindi una serie di motivi per cui bisogna far uscire il copyright dall'isolamento in cui è stato relegato. Che senso hanno le restrizioni nazionali poste dalle licenze musicali? Perché è possibile acquistare un MP3 in un paese e in quello confinante no? Le licenze multi-territoriali sarebbero un'ottima soluzione, ma non bisogna illudersi perché manca un vero impianto normativo unico all'Europa.

"Abbiamo bisogno di una soluzione comune europea, per evitare la frammentazione e cogliere i benefici di un unico singolo mercato digitale comunitario", ha aggiunto il vice-presidente. Il prossimo passo quindi sarà quello di "mettere la passione da parte e avere una visione pragmatica".

La domanda che la Kroes ha posto ai partecipanti del Summit è stata molto chiara: "il nostro attuale sistema è coerente e adeguato al mondo reale?". È verosimile pensare che sia caduto il silenzio in sala, anche perché la ricetta suggerita dalla passionaria olandese è decisamente controtendenza.

"Sono aperta a tutte le idee provenienti dagli attori in gioco: artisti, consumatori, imprese, ricercatori. Solo insieme possiamo adattarci al futuro e stimolare l'innovazione e la crescita", ha concluso il vice presidente della Commissione UE.

"Il mondo sta cambiando velocemente. Non dobbiamo aspettare che la sempre più aggiornata tecnologia venga sempre limitata dalla legislazione più obsoleta. Non dobbiamo aspettare che Stati Uniti corrano avanti all'Europa. Agiamo bene adesso: per gli artisti, per i consumatori, per la nostra economia".

Parole di saggezza. È giunto il momento che le lobby di settore facciano sedere al tavolo tutte le parti in causa. Non è possibile che ogni volta che si sente parlare dell'argomento copyright salgano in cattedra le solite organizzazioni industriali. Che per altro in questi ultimi 10 anni hanno fallito clamorosamente negli intenti anti-pirateria adottando la sola strategia militare.