Compatte di FujiFilm, Nikon, Olympus e Sony: sensori BSI e CMOS a confronto

Test - Recensione di tre compatte tuttofare che hanno adottato sensori Back-Side Illuminated.

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a cura di Francesco Pignatelli

Introduzione

Nel segmento delle fotocamere compatte digitali l'adozione dei sensori identificati dalla sigla CMOS-BSI è la tendenza tecnologica del momento. Questo tipo di sensori è una evoluzione dei CMOS "lisci" e, in estrema sintesi, presenta il vantaggio di avere i micro-elementi fotorecettori nella parte anteriore del sensore stesso, direttamente a contatto delle microlenti. Nei sensori CMOS tradizionali non è così: tra le microlenti e i fotorecettori c'è uno strato intermedio in cui sono micro-litografati alcuni elementi di connessione; per quanto sottile, questo strato assorbe una quota della luce incidente sul sensore.

Fujifilm FinePix F550 EXR Fujifilm FinePix F550 EXR
Coolpix S8200 Coolpix S8200

Un sensore BSI invece può sfruttare quasi tutta la luce che arriva attraverso l'obbiettivo e le "informazioni" che essa veicola, generando immagini di maggiore qualità, specie in condizioni di scarsa illuminazione.

Uno schema generico della costruzione di un sensore CMOS BSI: i componenti fotosensibili sono "davanti" allo strato dell'elettronica di connessione e possono quindi raccogliere una maggiore quantità di luce (e di informazioni)

Più difficili da realizzare dei sensori CMOS tradizionali, i BSI (Back Side Illuminated) si sono diffusi in campo fotografico consumer relativamente da poco, grazie al fatto che il loro costo di produzione è andando via via scendendo, e in precedenza erano utilizzati solo in campi più specifici come la videosorveglianza e l'osservazione astronomica. Questa è la teoria, ma dal punto di vista dell'utilizzatore finale i vantaggi sono reali ed evidenti?

Per cercare di capirlo abbiamo testato sul campo tre compatte digitali di fascia media (lo street-price varia tra i 215 e i 260 euro circa) dotate di sensori CMOS BSI: le abbiamo scelte cercando delle fotocamere sì "da tasca", ma anche dotate di una risoluzione elevata (16 Megapixel) per sfruttare davvero il sensore e che fossero comunque in grado di scattare un po' di tutto, dalle foto di tutti i giorni alle immagini di viaggio (per questo abbiamo optato per modelli con una escursione focale significativa).

Insieme a queste tre compatte CMOS BSI - la FujiFilm FinePix F550 EXR, la Nikon Coolpix S8200 e la Sony Cybershot HX7V - abbiamo coinvolto una quarta fotocamera basata su un sensore tradizionale, la Olympus SZ-30MR: l'abbiamo considerata una buona pietra di paragone perché ha una vocazione "tuttofare", anche se il costo è leggermente superiore (lo street-price si aggira intorno ai 270 euro) per via della sua ottica a lunga escursione focale.