Olympus SZ-30MR - Sul campo

Test - Recensione di tre compatte tuttofare che hanno adottato sensori Back-Side Illuminated.

Avatar di Tom's Hardware

a cura di Tom's Hardware

Olympus SZ-30MR - Sul campo

La modalità operativa principale della SZ-30 è denominata iAuto e prevede che la fotocamera imposti in autonomia tutti i parametri di scatto, lasciandoci solo la possibilità di disattivare il flash e di impostare l'autoscatto. In alternativa c'è la consueta modalità Scene (SCN), che richiama 16 preset ottimizzati per altrettante condizioni di ripresa. Decisamente più interessante, per un maggiore controllo sugli scatti, è la modalità Program, in cui abbiamo a disposizione le regolazioni della sensibilità ISO, del bilanciamento del bianco e della compensazione dell'esposizione.

Resta sempre impossibile intervenire direttamente su tempi e diaframmi, per la mancanza di una modalità manuale o perlomeno di una a priorità di tempi o di apertura: in generale questa compatta Olympus non è per chi ama pensare troppo all'aspetto tecnico della fotografia, se si esclude ovviamente lo studio dell'inquadratura. Ciò premesso, la modalità Program ci è sembrata efficace, anche grazie al fatto che i parametri modificabili si raggiungono direttamente dalla schermata di ripresa e si impostano con pochi clic.

Clicca per ingrandire

Con la SZ-30MR si scatta complessivamente bene. Pollice su per lo zoom, mentre entusiasma meno il sistema AF a contrasto: è veloce in condizioni di buona illuminazione ma soffre un po' più del dovuto negli interni poco illuminati. Bene la modalità macro: la distanza di scatto minima è di 1 cm e c'è anche un'impostazione Super Macro che offre risultati molto buoni per la classe della fotocamera. La raffica più elevata alla massima risoluzione è dichiarata a 9 fps, ma si può ottenere anche di più con una modalità di scatto superveloce che però impone il prezzo di una forte riduzione della risoluzione (si passa a 5 MP). Il limite in questo caso è il buffer della fotocamera, che si riempie dopo una decina di scatti e riduce le performance.

La SZ-30 punta su alcune modalità di scatto originali che si selezionano dalla ghiera di impostazione principale. Magic, ad esempio, applica automaticamente uno fra otto effetti pittorici ai nostri scatti; una modalità ibrida scatto-ripresa realizza un filmato di qualche secondo prima dello scatto e di un paio di secondi dopo, dando come risultato una animazione prima-durante-dopo una fotografia. Ci si può far guidare nella creazione di una immagine panoramica a 180 gradi e nella ripresa di due foto leggermente differenti della stessa scena, che vengono combinate in macchina a generare una immagine 3D di tipo MPO (Multi Picture Object).

Infine, la modalità Multi Recording (MR), che è indicata anche nella denominazione completa della compatta: con essa è possibile effettuare due scatti di una stessa scena, in cui il secondo ha un angolo di campo diverso, un effetto pittorico applicato o dimensioni differenti in MP. Tutte funzioni magari divertenti e in qualche caso utili, ma che non crediamo facciano una vera differenza.

Clicca per ingrandire

L'esame qualitativo degli scatti evidenzia che il sensore "vecchio tipo" CMOS offre ancora risultati più che soddisfacenti e paragonabili ai nuovi BSI, se affiancato da un buon processore d'immagine e da ottiche performanti. E soprattutto se non viene portato ai suoi estremi: gli scatti della SZ-30MR effettuati a bassi ISO mostrano un rumore mediamente contenuto, ma al salire degli ISO il degrado delle immagini è più evidente che nelle fotocamere con sensore BSI. Dato il prezzo della fotocamera, però, avremmo gradito avere la possibilità di scattare in formato Raw o almeno di regolare l'intensità d'intervento degli algoritmi di de-noise.