Conclusioni

I rapporti di contrasto sono, come i tempi di risposta e i pixel difettosi, basati su standard ISO 13406-2. Molti concordano che il rapporto di contrasto ha uno scopo, ma valori impressionanti non significano che gli schermi sono più affidabili. Diamo un'occhiata a come si misura il rapporto di contrasto e cosa significa realmente.

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a cura di Tom's Hardware

Conclusioni

I rapporti di contrasto sono basati sulla massima luminosità del monitor, valore che differisce da uno schermo all'altro ed è praticamente inutilizzabile. Non c'è quindi ragione di confrontare i rapporti di contrasto degli schermi. Uno schermo con un valore di 800: 1 non è necessariamente migliore di uno con 400: 1. Il primo schermo sarà probabilmente più luminoso, ma questo è un vantaggio solo se deve essere installato in un posto pubblico nel quale necessita di essere estremamente luminoso per essere visibile da chiunque, anche a ogni distanza.

Per avere un'idea realistica dell'effettiva qualità di un monitor, i valori di contrasto vanno analizzati usando lo stesso valore di bianco per tutti gli schermi (per esempio 110 cd/sq.m). In questo modo i livelli di contrasto sono più rappresentativi della gamma di possibilità grafiche di cui è capace lo schermo, e specialmente della capacità di rendere neri che siano scuri e realistici.

Naturalmente ci sono poche possibilità che i produttori introducano certe misurazioni, sebbene potremmo aspettarcelo dai primi della classe. Potrebbero introdurre questo nuovo dato conservando un'altra misurazione alla massima luminosità, se necessario. Conclusion

In altre parole, ISO dovrebbe prendere l'iniziativa. La normativa ISO 13406-2 è utilizzata per definire un ampio numero di standard applicati agli schermi LCD, inclusi quelli che riguardano i "pixel morti" (leggi un nostro precedente articolo a riguardo), tempo di risposta e rapporti di contrasto. Sappiamo che lo standard è attualmente in fase di revisione e aggiornamento. Attendiamo di vedere i risultati.