Conclusioni

Diventa sempre più difficile incrementare le prestazioni degli hard disk, per questo i produttori richiedono l'aiuto del command queuing. Abbiamo cercato di capire se questa tecnologia è solo una nuova parolona per cercare di dare una scossa al mercato, o se in realtà si tratta di un vero aumento prestazionale, a disposizione dei nuovi hard disk SATA.

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a cura di Tom's Hardware

Conclusioni

La pubblicità di Seagate per il Barracuda 7200.7 con supporto NCQ, dichiara grandi miglioramenti nelle prestazioni dell'hard disk; dovrebbe infatti funzionare alla stessa velocità degli hard disk a 10000 rpm come il Raptor, della Western Digital. Purtroppo, le ambiziose affermazioni di Seagate non trovano riscontro nei test dei tempi di accesso, velocità trasferimento dati e prestazioni di I/O.

Dobbiamo dire però, che il command queuing offre miglioramenti per quanto riguarda i benchmark degli applicativi Winbench 99 2.0, che simula gli accessi di un sistema utilizzato sia da applicazioni di un tipico ambiente di lavoro che da applicazioni di alto livello. In questo caso le prestazioni di questo hard disk sono solo leggermente inferiori a quelle ottenute dal WD360.

In ogni caso, nessun hard disk SATA attualmente in circolazione è in grado di raggiungere le prestazioni di un WD740: le velocità di trasmissione dati sono troppo alte e i tempi di accesso troppo bassi. Secondo i benchmark IOMeter, il Raptor riesce a battere il WD360 grazie alla tecnologia TCQ.

Tirando le somme, dobbiamo riscontrare che gli hard disk che sfruttano il command queuing hanno una marcia in più rispetto ai modelli che non supportano questa tecnologia. Contemporaneamente però si ha un leggero incremento del carico della CPU. Comunque, considerando le prestazioni delle CPU moderne, il carico aggiuntivo rappresenta solo un fattore marginale.