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a cura di Andrea Ferrario

Editor in Chief

Microsoft è stata condannata in primo grado a pagare 62,3 milioni di dollari di danni alla società americana SPX che l'aveva accusata di aver violato un proprio brevetto, relativo ad alcune funzionalità incluse fino alla versione 3 di NetMeeting, celebre software di conferencing sviluppato dal big di Redmond.

ImageExpo, sussidiaria di SPX, aveva denunciato Microsoft l'anno scorso, sostenendo che all'interno di NetMeeting era inserita una lavagna condivisa che viola un proprio brevetto. La lavagna era uno degli strumenti a disposizione degli utenti di quel software per condividere uno spazio bianco su cui scrivere o disegnare contestualmente durante una sessione di conferenza da remoto.

Microsoft, se vorrà, potrà ricorrere in appello ma non è detto che ciò avvenga, anche perché da tempo la tecnologia che era alla base di quelle funzionalità non è più presente in NetMeeting.