Condivisione dati WhatsApp, UE multa Facebook per 110 mln

La Corte UE ha comminato a Facebook una maxi multa da 110 milioni di euro, a conclusione delle vicende iniziate nel 2014, con l'acquisizione di WhatsApp. Il sito di Zuckerberg aveva infatti assicurato di non poter trasferire i dati degli utenti, cosa puntualmente fatta due anni dopo.

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a cura di Alessandro Crea

Altra tegola in arrivo per Facebook, per colpa di WhatsApp. Quella proveniente dalla Corte UE però è decisamente più pesante di quella arrivata qualche giorno fa dall'AGCM italiana. Se lì infatti la multa di quest'ultima ammontava a 3 milioni di euro, quella comminata dalla Corte UE raggiunge i 110 milioni di euro.

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La sanzione chiude un percorso iniziato all'indomani dell'acquisizione di WhatsApp da parte di Facebook, nel 2014. L'Antitrust dell'Unione Europea infatti voleva vederci chiaro sin da subito sui potenziali rischi dell'operazione, richiedendo a tutti gli attori della scena di compilare voluminosi questionari.

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Tra le preoccupazioni principali, oltre a possibili effetti negativi su mercato e concorrenza, la UE voleva appurare se c'erano rischi per la privacy degli utenti, legati alla possibilità di condividere informazioni sensibili tra i due servizi. All'epoca Facebook aveva garantito sull'impossibilità dell'operazione, a quanto pare mentendo.

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Secondo la Commissione infatti Facebook aveva affermato nero su bianco la cosa per ben due volte: sia nella notifica dell'operazione che in una risposta a una richiesta di informazioni specifica della Commissione. Invece due anni dopo, aggiornando i termini del servizio, ha messo in atto proprio quello che aveva affermato di non poter fare, mettendo in collegamento i numeri di telefono della chat e i profili del social network. Da Bruxelles la richiesta di spiegazioni con successiva indagine non mancò di arrivare tempestivamente, appurando che, a differenza di quanto affermato, sin dall'inizio i tecnici erano ben consapevoli di poter incrociare i dati.

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La Commissione ha ricordato in una nota che, in via teorica, la sanzione avrebbe potuto raggiungere l'1 per cento del fatturato complessivo della società, superando i 250 milioni. Tuttavia secondo la Commissione la cifra poi individuata è "proporzionata" al caso, anche perché Facebook avrebbe mostrato un atteggiamento collaborativo durante il procedimento.


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