Confalonieri: YouTube? Pirateria d'alto bordo

Fedele Confalonieri e Carlo De Benedetti la pensano quasi allo stesso modo su Google e gli altri colossi: va bene l'innovazione ma devono pagare le tasse come gli altri.

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a cura di Dario D'Elia

"Questi piratano. È pirateria d'alto bordo. Come il famoso pirata Morgan che poi è diventato baronetto inglese. Magari diventeranno membri del congresso", ha dichiarato Fedele Confalonieri, riferendosi a Google e altri over-the-top. La dura presa di posizione è stata registrata lunedì durante il convegno "Economia digitale e industria culturale" organizzato dall'onorevole Francesco Boccia, Presidente della V Commissione Bilancio a Montecitorio.

A metterci il pepe ci ha pensato il giornalista Gianni Minoli che ha intervistato il presidente di Mediaset e il presidente del Gruppo Espresso Carlo De Benedetti. La prima nota di colore è che i due noti top manager, sebbene politicamente agli antipodi, la pensano (quasi) allo stesso modo su Internet e tassazione dei colossi stranieri.

Confalonieri e De Benedetti

"Bisogna distinguere Internet da chi guadagna e lavora su Internet. L'accesso a Internet è associato alla libertà. Come imprenditore ho un'ammirazione sconfinata per questi over-the top. Se penso che Google capitalizza 390 miliardi di dollari e Facebook 172, riconosco ammirazione", ha commentato De Benedetti.

"Però ci vuole un trattamento fiscale equo. Non sono d'accordo a chiamarla Web tax. Equality tax sarebbe più giusto. Equo".

L'accusa nei confronti dei colossi statunitensi è di mascherare una pura attività commerciale con una straordinaria strategia di comunicazione. "L'algoritmo della ricerca di Google è stata un'invenzione straordinaria ma è servito per raccogliere dati specifici per la pubblicità. Google fa un'azione commerciale che nulla a che vedere con la tecnologia", ha aggiunto l'Ingegnere.

Tax

Confalonieri è ancora più drastico, ma questo si deve al fatto che è dal 2006 che è in atto un braccio di ferro per i diritti di copyright con Google-YouTube. "I broadcaster finanziano l'80% dei contenuti. Non c'è concorrenza leale. Il punto è che ci deve essere parità di trattamento", ha dichiarato il presidente Mediaset. "Il fatto è che ospitano contenuti altrui e prendono soldi per la pubblicità, quindi se producono reddito qui, che paghino il fisco come tutti".

A questo punto non resta che attendere il semestre europeo italiano, che secondo lo stesso Boccia dovrebbe portare a un aggiornamento delle normative fiscali UE. "Noi abbiamo stimato che complessivamente il business online italiano, se si considera e-commerce, turismo online, giochi, eccetera, vale circa 35 miliardi di euro. Fino all'anno scorso le aziende coinvolte hanno pagato 6 milioni di euro di tasse, quest'anno grazie al ruling sull'IVA si arriverà a 137 milioni. Ipoteticamente il gettito dovrebbe essere di almeno 2 miliardi di euro", ha commentato l'onorevole Boccia.

Appuntamento al 28 e 29 settembre quando nella conferenza permanente sul fiscal compact tutti gli stati membri saranno chiamati ad esprimersi sull'argomento.