Consumer Reports, la sicurezza come parametro di valutazione

Il noto magazine statunitense Consumer Reports, specializzato anche nei test dei prodotti hi-tech, ha deciso di inserire la sicurezza informatica tra i parametri di valutazione, al fine di salvaguardare l'effettiva protezione dei dati sensibili.

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a cura di Saverio Alloggio

Consumer Reports inserirà la sicurezza informatica come parametro di valutazione dei prodotti hi-tech. È quanto annunciato dallo stesso magazine statunitense, in risposta alle tante criticità legate alla privacy che stanno emergendo nei vari smartphone, tablet, PC, wearable e dispositivi smart. Il nuovo terremoto innescato da Wikileaks comincia dunque a sortire i primi effetti concreti.

Cyber Security

La rivista è già a lavoro con alcuni partner specializzati nel settore specifico, al fine di poter creare un parametro univoco in relazione alla sicurezza informatica, da poter ovviamente utilizzare nei test di tutti i prodotti hi-tech. Sarà molto interessante verificare la composizione di questo standard di valutazione.

Consumer Reports non si limiterà infatti ad uno sguardo superficiale legato, ad esempio, alle richieste di autorizzazioni per accedere ai file crittografati presenti nei dispositivi. L'analisi sarà estremamente più profonda, e toccherà temi estremamente scottanti, probabilmente trascurati in questi ultimi anni.

È stato comunque chiarito che il parametro in questione non potrà garantire una completa sicurezza a 360°, non potendo di fatto individuare tutte le possibili vulnerabilità. In tal senso, il magazine auspica una collaborazione anche da parte di altri soggetti specializzati, al fine di poter affinare lo standard e garantire in futuro analisi sempre più precise.

cybersecurity

Tutto questo riporta Cosumer Reports al centro dell'attenzione mediatica sulla scena dell'elettronica di consumo, dopo il celebre caso legato ai Macbook Pro 2016. In seguito al primo test sull'autonomia, i nuovi notebook Apple sono stati bocciati dalla rivista, che è successivamente tornata sui propri passi dopo le patch correttive distribuite dall'azienda di Cupertino.

In ogni caso, la sfida sarà quella di poter condizionare il voto finale di un test relativo ad uno smartphone piuttosto che ad una Smart TV, sulla base di un parametro che è stato sempre percepito dalla massa come meno importante rispetto all'autonomia oppure alla qualità di un display. Del resto però, il recente caso scatenato dall'organizzazione di Julian Assange ha rilanciato la necessità di cambiare la prospettiva di valutazione su questi dispositivi.