"Contract for the Web", il piano globale di Tim Berners-Lee per salvare il Web

Sir Tim Berners-Lee ha lanciato "Contract for the Web", un piano globale per il salvataggio del Web.

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a cura di Dario D'Elia

Sir Tim Berners-Lee, il co-creatore insieme a Robert Cailliau del World Wide Web, ha presentato ieri una sorta di piano globale per salvare il Web dai pericoli emergenti. Un "contratto" per contrastare manipolazioni politiche, fake news, violazioni della privacy e altre criticità. Ovviamente la prospettiva è di sottoporlo a governi, istituzioni, aziende e privati in modo che chiunque si possa impegnare concretamente nel suo ambito a garantire la protezione di cui ha bisogno la Rete.

"Penso che la paura della gente per le cose brutte che accadono su Internet stia diventando, giustamente, sempre più grande", ha dichiarato al Guardian Berners-Lee. "Se lasciamo il Web così com'è, c'è una gran quantità di cose che andranno male. Potremmo finire con una distopia digitale se non cambiamo le cose. Non è che abbiamo bisogno di un piano decennale per il Web, dobbiamo cambiare il "Web adesso".

"Contract for the Web" è il frutto del lavoro di un anno di oltre 80 organizzazioni: individua 9 principi declinati per governi, aziende e privati. La Web Foundation di Berners-Lee che si è fatta promotrice del progetto gode del sostegno di oltre 150 organizzazioni, fra cui Electronic Frontier Foundation, Microsoft, Google, Facebook, etc. Escluse per il momento Amazon e Twitter, che non hanno partecipato alla redazione dei principi.

Tutte le realtà che "sigleranno" il contratto dovranno dimostrare di impegnarsi nel rispetto dei principi implementando nuove soluzioni. In caso contrario rischieranno di essere esclusi. Ad esempio ai Governi viene domandato di rispettare e far rispettare la privacy dei cittadini. Questi ultimi dovrebbero avere la possibilità non solo di poter consultare qualsiasi dato personale archiviato ma anche poter eventualmente opporre il trattamento degli stessi.

Le aziende dovrebbero sviluppare servizi pensati per la disabilità e per chi parla idiomi meno diffusi. Ma anche semplificare le interfacce di impostazione della privacy lato-utente e responsabilizzarsi sulla diffusione delle fake news. Gli utenti invece dovrebbero impegnarsi a diffondere contenuti pertinenti e di qualità, rafforzare le community e battersi per le libertà digitali.

"Le forze che portano la rete nella direzione sbagliata sono sempre state molto forti", ha aggiunto Berners-Lee. "Che tu sia un'azienda o un governo, controllare il Web è un modo per realizzare enormi profitti o un modo per assicurarti di rimanere al potere. Le persone sono senza dubbio la parte più importante di questo, perché sono solo le persone che saranno motivate a fare in modo che le altre due entità le tengano in conto".

"In definitiva, abbiamo bisogno di un movimento globale per il web come quello che abbiamo ora per l'ambiente, in modo che i governi e le aziende siano molto più sensibili ai cittadini di quanto lo siano oggi. Il contratto pone le basi per quel movimento", ha concluso Emily Sharpe, la direttrice della politica della Web Foundation.