Contrordine: la carne sintetica ha un impatto ambientale peggiore di quella vera in questo nuovo studio

I ricercatori della UC Davis hanno fatto una scoperta sorprendente che potrebbe cambiare il modo in cui consideriamo la carne allevata in laboratorio.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

La carne sintetica ci permetterebbe di continuare a consumare carne riducendo l’impatto ambientale generato dagli allevamenti intensivi, e risolverebbe anche i problemi legati al benessere animale. Forse però non è un’alternativa veramente sostenibile, o almeno ciò è quanto suggerisce una nuova ricerca (ancora senza peer review).

Lo studio ha un titolo che sembra fatto apposta per le prime pagine dei giornali: l'impronta di carbonio della carne allevata in laboratorio è potenzialmente peggiore di quella del manzo al dettaglio. Qualcosa che sembra pensato proprio per gettare altra benzina sul fuoco di un dibattito che di suo non ne ha certo bisogno.

"I nostri risultati suggeriscono che la carne coltivata non è intrinsecamente migliore per l'ambiente rispetto alla carne bovina convenzionale", ha dichiarato in un comunicato l'autore Edward Spang, professore associato alla UC Davis. "Non è una panacea".

Valutando il ciclo di energia necessaria e le emissioni di gas serra in tutte le fasi di produzione, gli scienziati hanno scoperto che potenzialmente la carne allevata può portare a un'emissione di CO2 25 volte superiore a quella degli allevamenti di bovini.

Parte del problema starebbe nella necessità di usare ingredienti di qualità farmaceutica per la produzione. Un fatto che implica procedure molto complesse e, appunto,dal maggiore impatto ambientale.

I ricercatori suggeriscono anche che l’impatto ambientale della carne coltivata si potrebbe abbassare facilmente, soprattutto quando ci comincerà a produrla in grandi quantità.

Al momento ci sono diverse startup in giro per il mondo che sperano di trovare posto in un nuovo mercato, ma il consumo di carne coltivata non è ancora decollato. Anzi, la situazione è macchia di leopardo, con alcuni paesi che sembrano pronti ad autorizzarne la vendita (come gli USA) e altri (come l’Italia) orientati a proibirla.Immagine di copertina: nexile