Corea del Nord, pioggia di pendrive contro il regime

Penne USB piene di film, giornali, musica e tanto altro contrabbandate illegalmente in Corea del Nord per mostrare ai cittadini cose che il governo vuole tenere loro nascoste. Un'operazione politica che cerca sostegno tramite donazioni di chiavette USB, per colpire il regime di Pyongyang.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Si parla relativamente spesso di Corea del Nord, Paese asiatico che ha scelto la via dell'assolutismo e dell'isolamento dal mondo. Per quanto ne sappiamo (non molto) il governo controlla rigidamente ogni comunicazione, e racconta ai propri cittadini una realtà distorta nella quale gli altri paesi del mondo, i nemici, vivono nella miseria e hanno ancora meno libertà.

Alcuni ritengono che la chiave per rovesciare il regime di Pyongyang stia proprio nei cittadini nordcoreani. Basterebbe diffondere a sufficienza il dubbio, si pensa, per indebolire il governo centrale e fargli perdere la presa sul Paese. In altre parole, propaganda: come quella che il mondo occidentale praticava nel blocco sovietico durante la guerra fredda, per esempio. Vi prende parte anche la Corea del Sud, per esempio con altoparlanti giganti lungo la frontiera.

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Contrabbandiere rivoluzionario

Ma la vera minaccia sarebbe raggiungere tutti i cittadini nordcoreani, tant'è che il leader supremo Kim Jong-un ha sostenuto lo sviluppo di un sistema operativo capace di controllare e tracciare tutto e tutti. Per questo regime anche un'innocente pennetta USB può essere una minaccia: i cittadini le usano per passarsi film occidentali, musica, riviste sovversive, serie TV e così via.

E se queste pericolose pennette fossero migliaia, milioni? Ecco l'idea della Human Rights Fundation (New York) e della nonprofit Forum 280 (California). Il progetto si chiama Flash Drives For Freedom, e punta a contrabbandare chiavette USB piene di contenuti occidentali dalla Corea del Sud alla Corea del Nord.

Le due associazioni chiedono a tutti di donare un pendrive, che poi sarà riempito e affronterà il suo viaggio rivoluzionario. Non è un gesto troppo oneroso, visto che molti di noi hanno in casa almeno un pendrive inutilizzato - magari un residuato dell'epoca in cui l'archiviazione online non era ancora tanto comune.

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"È una via praticabile che là funziona", ha commentato Alex Gladstein di HRF. "Ognuno di essi ha il potenziale di cambiare letteralmente la vita di qualcuno", aggiunge Gladstein.

Non che in Corea del Nord tutti abbiano un PC a disposizione, ricorda Joe Pugliese su Wired. Ma sono molti diffusi smartphone e dispositivi multimediali dotati di una porta USB, che le persone usano per ascoltare musica o guardare video. E i contenuti passano di mano proprio su chiavette USB, o anche schede SD.

Le tecniche per il contrabbando sono piuttosto creative: i dispositivi vengono appesi a palloncini, nascosti in camion e furgoni che attraversano la frontiera con la Cina, scambiati in incontri notturni - materiale da spy movie, con tanto di agenti di frontiera ben "oliati". L'associazione North Korean Strategy Center punta a trasferire con questi metodi fino a 2.000 pendrive al mese, entro tre anni. Un numero sostanzioso, ed ecco perché viene richiesta la donazione dell'hardware.

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Le idee sono a prova di proiettile

L'iniziativa tra l'altro non è esclusiva della Corea del Nord. HRF punta a replicare l'operazione anche a Cuba, dove ci sono limiti altrettanto rigidi alla circolazione di materiali non graditi al governo. La famosa blogger Yoani Sanchez ha dimostrato però che è possibile far circolare materiale alternativo usando i pendrive.

"Il giorno in cui ci sarà un cambiamento democratico a Cuba, non dovremo erigere monumenti solo per i dissidenti e quelli che si sono opposti al governo, ma dovremo fare dei monumenti anche per i flash drive", ha detto Sanchez nel 2014. 

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